“Io provenivo da un lungo internamento in campo profughi. Ho subito capito che Fertilia equivaleva alla vera libertà: Fertilia non era circondata dal reticolato, non c’era nessun poliziotto di guardia. E ho fatto subito l’equazione: campo sta a prigionia come Sardegna sta a libertà”.
Così Marisa Brugna, esule giuliana, descrive il primo impatto con la città di Fertilia, la cittadina vicino Alghero che nel Secondo Dopoguerra accolse gli esuli giuliano dalmati in fuga dai titini.
“Spotlight“, la rubrica di approfondimento di RaiNews 24, in onda sabato 8 febbraio alle 18.30 e in replica domenica 9 alle 20.30 e lunedì 10 alle 11.40, racconta, nello speciale di Alessandra Solarino realizzato in occasione del Giorno del Ricordo, la storia della ‘Fertilia giuliana’, a partire dal 1948, quando le prime famiglie dall’Istria arrivano nella città sarda, ideata e creata sotto il fascismo, ma rimasta incompiuta.
“Mio nonno venne via da Fiume, con la moglie. Finirono in un campo profughi a Gaeta, che è bella ma molto povera. Sentono parlare di Fertilia, c’è il mare, e mio nonno con un amico decide di venire a vedere questo luogo in avanscoperta. Mandano il telegramma: trovato paradiso terrestre, venite subito. Le mogli  trovano tutt’altro: sassi, pietre e polvere. Non c’erano le strade, le case.  Ma da quella città incompiuta è nato quel paradiso”: così Mauro Manca, direttore dell’ecomuseo Egea, dedicato ad Egea Haffner, la “bambina con la valigia”, che nel 1946 con la madre arrivò proprio in Sardegna, a Cagliari, prima di raggiungere la nonna e gli zii in Trentino Alto Adige.
La città che già aveva accolto ferraresi e veneti, per la bonifica del territorio, aprì così le porte anche agli esuli istriani: a guidarli, don Francesco Dapiran, parroco di Orsera, che diventerà il loro punto di riferimento.
Appuntamento assolutamente imperdibile.