Šostakovič secondo Nobu – Il pianista giapponese debutta con l’Orchestra Verdi e Robert Trevino
Quando a Valery Gergiev è stato chiesto un pensiero su Nobuyuki Tsujii, il Maestro ha risposto: “Nobu non solo è un grande musicista, Nobu mostra a tutti noi che le risorse dell’essere umano sono virtualmente sconfinate. Ci mostra che non esiste praticamente niente che un essere umano non sia in grado di fare.” Sono parole che ci mostrano la labilità del confine tra arte e vita, un territorio di confine, forse quell’interregno in cui l’Arte è con la A maiuscola, e incarna quella funzione d’ispirazione a trascendere qualsiasi limite.
Nobuyuki Tsujii è un pianista geniale, e sarà all’Auditorium di Milano insieme a Robert Trevino e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi giovedì 4 (ore 20.30), venerdì 5 (ore 20.00) e domenica 7 novembre (ore 16.00). La natura lo ha privato della vista, ma lo ha omaggiato di un talento senza eguali. Nobu è nato nel 1988, e fin da piccolo ha mostrato un talento musicale fuori del comune. Inizia il percorso di studi musicali a quattro anni, e nel 1995 vince il primo premio al concorso dedicato a studenti di musica non vedenti, indetta dalla Helen Keller Association di Tokyo. Nel 1998 debutta con la Century Orchestra di Osaka, e a soli 12 anni si esibisce nella meravigliosa Suntory Hall di Tokyo. Nel 2005 vince il Premio della Critica al Concorso Chopin di Varsavia. La consacrazione di Nobu, tuttavia, avviene definitivamente nel 2009, quando si aggiudica il primo premio al concorso Van Cliburn. Con un repertorio immenso, che spazia da Chopin a Stravinsky, da Rachmaninov a Beethoven, il metodo di apprendimento di Nobu si fonda essenzialmente sullo studio a orecchio. Nel 2011 ha dichiarato in un’intervista: “Studio i brani a orecchio, ma ciò non significa copiare i CD o altre interpretazioni del repertorio che affronto. Chiedo ai miei assistenti di registrare speciali cassette per me. Dividono i brani i brevi sezioni, a manciate di battute, e le registrano a mani separate. Chiamo queste registrazioni ‘spartiti per orecchie’.”
Nobuyuki Tsujii, insieme a Robert Trevino, affronta il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi n. 1 in Do minore op. 35 di Dimitri Šostakovič, da cui prende il nome l’appuntamento (Šostakovič secondo Nobu). Una composizione che non rappresenta un “Doppio Concerto”, come verrebbe da pensare: il titolo originale ci fa capire la natura di questo brano (“Concerto per pianoforte con accompagnamento d’orchestra d’archi e tromba”), e il ruolo della tromba è di grande rilievo, ma non invadente nei confronti del pianoforte. Un Concerto composto nel ‘33 da un Šostakovič ventisettenne, articolato in quattro movimenti e ricchissimo di citazioni, a partire dal tema iniziale Sol-Mi Bemolle-Do, che riecheggia l’oscuro inizio dell’Appassionata di Beethoven. Solista alla tromba sarà il talentuoso Alessandro Caruana. Robert Trevino, recentemente nominato Direttore ospite principale dell’Orchestra della Rai, affronta poi una pagina sinfonica di rara bellezza: la Sinfonia n. 3 in La minore op. 56, detta Scozzese, di Felix Mendelssohn-Bartholdy, eseguita per la prima volta nel 1842, ma il cui germe risiede in quel tour del 1829 che porta il compositore amburghese in Scozia: in questo lavoro Mendelssohn, dopo averle fatte sedimentare e avuto il tempo di assimilarle, cerca di rievocare le impressioni e le atmosfere del viaggio giovanile in modo da donare un’unità narrativa ai quattro movimenti della forma sinfonica, pretendendo infatti che i quattro movimenti (Andante con moto. Allegro un poco agitato. Assai animato – Vivace non troppo – Adagio – Allegro vivacissimo. Allegro maestoso assai) fossero eseguiti senza soluzione di continuità.
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