SKY TG24 – Per il ciclo di interviste Stories: “CAPAREZZA – MADE IN MOLFETTA”
È Michele Salvemini, alias Caparezza l’ospite della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai protagonisti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, l’artista si racconta in “Caparezza – Made in Molfetta”, in onda martedì 12 ottobre alle 21 su Sky TG24, venerdì 15 ottobre alle 12.15 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand. Con la regia di Francesco Venuto, la lunga intervista alterna aneddoti e riflessioni, che ripercorrono la sua lunga carriera.
Il cantante molfettese dal prossimo febbraio partirà con il tour del suo ultimo album, “Exuvia”, di cui sta per uscire il nuovo singolo, “El sendero”, scritto con la cantante messicana Mishel Domenssain: l’ho scoperta gigioneggiando in internet – ha spiegato Caparezza –, mentre andavo alla ricerca di canzoni che si chiamassero “La selva” mi sono imbattuto nella sua canzone e me ne sono innamorato, l’ho contattata e siamo riusciti a creare una versione nuova del suo pezzo “La selva”. Ero disposto anche a un diniego e invece lei è stata molto contenta, non vedo l’ora di vederla sul palco assieme a me.
L’intervista parte dagli albori, quando Salvemini non era ancora Caparezza, ma Mikimix. A 19 anni ero andato a Castrocaro – ha raccontato – , ma non ero arrivato nella selezione dei primi dieci. Faccio pace con questa storia e torno a Milano dove studiavo da art director. Un giorno vado a prenotare in stazione una cuccetta per tornare a Molfetta nel weekend, quando arriva il mio turno vado verso lo sportello e la persona prima di me, incrociandomi, mi riconosce. Dice di avermi visto a Castrocaro e che avrebbe voluto contattarmi e che quell’incontro era un segno del destino. Si trattava di Michele Muti, discografico della RTI Music. Il lunedì successivo mi presentai nei suoi uffici con uno zaino stracolmo di demo. Così è partito tutto il percorso che mi ha portato fino a qui, da un incontro assolutamente fortuito.
Una carriera, quella dell’artista, che all’inizio è stata difficile e frustrante, ma che lo ha aiutato a trovare se stesso: All’epoca volevo fare musica ma non avevo il sacro fuoco che mi porto dentro adesso. Erano dei tentativi e mi affidavo a chi ne sapeva più di me. Mi fecero capire che dovevo fare musica di un certo tipo, quasi più indirizzata a piacere piuttosto che a esprimere una personalità. Questo ha creato un conflitto interiore che è diventato sempre più grande, era sempre più frustrante. Come Mikimix sono andato a Sanremo e lo ricordo come un trauma, qualsiasi cosa facessi aveva un sapore amaro. A un certo punto esplosi in Francia, diventai famoso mentre in Italia ero morto e sepolto. Ogni settimana partivo per fare trasmissioni in Francia. Ho cantato al Moulin Rouge uscendo da una grande conchiglia, cantando per delle persone sedute al tavolino, con le abat-jour rosse, non ricordo nemmeno che tipo di manifestazione fosse. Ho fatto anche questo. Immaginate tutta questa roba che si accumula, è come quando sei una persona disordinata, metti tutto sulla scrivania, fino a quando, davanti alla montagna, decidi di mettere ordine.
Nell’intervista anche una domanda su quale sia stata la polemica più fastidiosa in cui è rimasto coinvolto, che l’artista ha vissuto quando è uscito uno dei suoi più grandi successi. Nel periodo di “Vieni a ballare in Puglia” – ha detto – sono stato preso di mira tantissimo dalla politica, in particolar modo dai politici della mia regione che non avevano capito la canzone. Questa parte della politica cercava di aizzare i pugliesi contro di me. Dicevano che era una canzone contro la Puglia, quando era contro chi sporcava la Puglia, dal punto di vista ecologico e non solo. A un certo punto uscì un giornale con un titolo simile a “menagrami a casa nostra”: in questo articolo si arrivava ad ipotizzare che le morti sul lavoro in Puglia fossero aumentate a causa della mia canzone. Ci sono rimasto molto male. Poi il tempo è dottore: adesso quella canzone, che all’epoca aveva suscitato un grande dibattito e per cui molti pugliesi mi odiavano, è diventata la canzone più suonata nei matrimoni, è stata esorcizzata ed è diventata l’esatto opposto di come era percepita.
Infine Caparezza ha parlato di un problema di cui soffre da tempo, l’acufene, un fastidioso fischio all’orecchio che non lo abbandona mai: È successo all’improvviso – ha spiegato -: io ho sempre avuto un leggero acufene, impercettibile, come tanti musicisti, mi faceva quasi compagnia. Poi un giorno la sensazione che ho avuto e che qualcuno su un immaginario mixer avesse alzato il fader dell’acufene, come se una persona dispettosa lo avesse alzato al massimo e se ne fosse andata. Adesso nella mia testa c’è questo fischio costante, che ho tutt’ora. Mi sono buttato in pasto all’intellighenzia medica, ma nessuno sa come risolvere l’acufene. Ho fatto una trafila assurda, a volte anche comica, come quando un medico mi suggerì di chiedere scusa al mio orecchio. Tutte le strade che ho preso mi hanno portato al fallimento di questa cosa, quindi dico a chi soffre di acufene di avere molta pazienza, di alimentarla e sperare che un giorno venga fuori una cura che funzioni.
Durante la messa in onda dell’intervista comparirà un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati al cantante, disponibili sul sito Skytg24.it. Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle principali piattaforme di podcasting.
STORIES: CAPAREZZA – MADE IN MOLFETTA, IN ONDA MARTEDÌ 12 OTTOBRE ALLE 21 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), VENERDI’ 15 OTTOBRE ALLE 12.15 SU SKY ARTE (CANALE 120 DI SKY) E DISPONIBILE ON DEMAND E SU SKYTG24.IT