Romaeuropa: i Rimini Protokoll con un nuovo format dedicato alla sostenibilità e alla cooperazione globale
La compagnia tedesca Rimini Protokoll torna al Romaeuropa Festival dal 2 al 4 novembre al Mattatoio, in Prima nazionale, per un nuovo format dedicato alla sostenibilità, alla cooperazione globale, al dialogo tra differenti conoscenze, all’incontro con il pubblico. La Conferenza degli assenti non è solo uno spettacolo ma anche una conferenza internazionale capace di accadere senza l’impiego di viaggi, emissioni di CO2 o collegamenti internet ma trovando nel teatro il “medium” ideale per la vicinanza, lo scambio e la condivisione.
Una tele-performance che utilizza i mezzi sensoriali e tattili del teatro sostituendoli all’estetica a schermo piatto delle presentazioni PowerPoint delle comuni conferenze. Nessun relatore internazionale viaggerà per chilometri in aereo per presentare le proprie teorie o testimonianze, limitandosi invece a consegnare le proprie presentazioni ai cittadini delle città in cui La conferenza degli assenti prende luogo.
Il team di registi e sceneggiatori di Rimini Protokoll (solo un membro della compagnia raggiungerà la città di destinazione) mette in scena insieme al pubblico queste presentazioni: biografie, storie, pensieri e posizioni politiche degli assenti vengono rappresentate ogni sera, incarnate nei corpi delle spettatrici e degli spettatori, eterodiretti e guidati da un copione.
«Quali sono le diverse forme di assenza? Dove e quando siamo assenti? Cosa comporta l’assenza? Quando è una benedizione e quando una maledizione?». La telepresenza da digitale si trasforma in una presenza performativa che modifica e altera le regole della rappresentanza: in scena le parole di scienziati e filosofi e le tesi contraddittorie sulle conseguenze della globalizzazione sono consegnate al teatro e al suo pubblico. Le spettatrici e gli spettatori diventano allora “avatar”, degli esperti assenti, assumendone le idee e acquisendo giocosamente le biografie dei rappresentati. L’assenza crea uno spazio per nuove iscrizioni e prospettive inaspettate, mentre la regia a distanza di Rimini Protokoll dà vita a un gioco teatrale fatto di traduzioni e di corpi. Strumenti per veicolare e discutere le problematiche del nostro presente. «Dopo mesi di presenza ridotta dei corpi in tutto il mondo e la totale assenza di spettatori dal teatro, riconsegniamo lo spazio teatrale – insieme al palcoscenico – al suo pubblico. A differenza delle solite pièce, non ci sarà alcun cast definito. La domanda di chi rappresenta cosa, rimane ogni volta nella dimensione della probabilità. Chi rappresenterà chi questa sera, in questa performance e in questo spazio? (…) Guardiamo il palcoscenico, una persona tra noi, sentiamo una storia che non è sua, ma che viene rappresentata per gioco, solo per un momento. Ma come viene influenzata la nostra percezione su ciò che viene detto a seconda della persona che sta parlando? Il suo aspetto, la sua voce, la sua performance cambiano la nostra percezione del contenuto? E come ciò che viene detto cambia la percezione che abbiamo di una persona? Infine, come la stessa rappresentazione, trasforma coloro che “stanno rappresentando”?» si chiedono ancora i Rimini Protokoll.
Bio
Helgard Haug, Stefan Kaegi e Daniel Wetzel hanno fondato il collettivo Rimini Protokoll nel 2000 e da allora hanno declinato il loro lavoro in più ambiti disciplinari. Opera dopo opera hanno ampliato i mezzi del teatro per creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll spesso sviluppa le proprie opere teatrali o le proprie installazioni performative e i propri spettacoli audio insieme a esperti che hanno maturato le proprie conoscenze e competenze al di là del teatro. Inoltre, il collettivo ama provare a riprodurre le strutture sociali nel formato teatrale. Molte delle loro opere sono caratterizzate dall’interattività e da un uso giocoso della tecnologia. Dal 2003 l’ufficio di produzione di Rimini Protokoll è a Berlino.
Crediti