ROMAEUROPA FESTIVAL: l’icona della danza internazionale Anne Teresa De Keersmaeker con EXIT ABOVE – after the tempest
Dopo le “immagini del mondo fluttuante” di Sidi Larbi Cherkaoui, la settimana inaugurale del Romaeuropa Festival procede nel segno del dialogo tra musica e danza per una nuova tappa nel viaggio tra le “geografie del nostro tempo” (il titolo sotto il quale si articola l’intero programma del REF2023 ideato dal direttore generale e artistico Fabrizio Grifasi).
Il 10 e l’11 settembre alle 21 torna, nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, Anne Teresa de Keersmaeker per presentare in prima nazionale la sua nuova creazione EXIT ABOVE – after the tempest. Lo spettacolo, seconda tappa del focus dedicato alla scena fiamminga realizzato grazie alla nuova partnership triennale con Flanders State of the Art, è presentato anche nell’ambito del programma di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels.
Dopo il successo di Drumming (REF2022), l’icona della danza internazionale prosegue con la sua compagnia Rosas la sua ricerca sul rapporto tra musica e movimento. EXIT ABOVE – after the tempest è un inedito confronto con le radici della musica pop occidentale. Un viaggio che, partendo dalla canzone Walking Blues del leggendario Robert Johnson, approda all’elettronica e alla dance di oggi. Ad affiancare le danzatrici e i danzatori della compagnia, sono, questa volta, Meskerem Mees (cantautrice fiamminga emergente di origini etiopi) e Jean-Marie Aerts, sound designer dei TC Matic, formazione rock belga degli anni Ottanta.
«Negli ultimi anni ho lavorato molto con la musica classica. Bach naturalmente, e vari brani, dal Trecento alla musica contemporanea di Grisey e Reich. La musica è sempre stata la mia prima compagna e allo stesso tempo la mia maestra. Ho costruito regolarmente dei collegamenti con la musica pop. Per molte persone il pop è prima di tutto una musica da ballare. Ci ritrovo numerosi elementi che mi interessano, che mi parlano: il battito che ti invita a danzare, la melodia e anche l’aspetto lirico: la presenza del testo, delle parole, di qualcuno che ti parla» racconta la coreografa «Recentemente, mentre stavo mettendo via la mia collezione di LP, ho riportato alla luce un vinile nero dal quale è caduto un biglietto che non avevo mai letto. Era firmato da Jean-Marie Aerts. Conteneva delle domande: verrai mai ad ascoltarmi? Questa musica ti interessa? Lo ha scritto nel 1996. All’epoca ascoltavamo Talking Heads e TC Matic. Dopo il lavoro, era questa la musica che ballavamo a Bruxelles. Un altro tipo di danza, ovviamente, ma sempre danza. Sul biglietto Jean-Marie aveva annotato anche un numero di rete fissa e un numero di fax. Così ho telefonato e lui ha risposto». Da qui ha preso il via la collaborazione tra la coreografa e il chitarrista e sound designer dei TC Matic. Il gruppo, che alla voce vedeva il cantante Arno Hintjens, suonava un tipo di musica talvolta definita “eurorock”, contenente vari stili tra cui new wave, blues, funk, hard rock, avant-garde e chanson francese. Tra ricordi di digging nei negozi di vinili londinesi e ricerche approfondite, il blues è stato sin dall’inizio il motore che ha acceso la creatività della coreografa e del sound designer Jean-Marie Aerts per realizzare lo spettacolo. In particolare, le note di Robert Johnson, bluesman proveniente dal delta del Mississippi, il Delta Blues, che ha costituito una base imprescindibile per intere generazioni di musicisti a venire tra cui Muddy Waters, Bob Dylan, i Rolling Stones, i Cream, gli Allman Brothers, Johnny Winter, Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jeff Beck e i Led Zeppelin.
Ma al cuore del dialogo tra movimento e blues, EXIT ABOVE – after the tempest pone un gesto primordiale come quello del camminare: il vagare, il marciare, l’isolarsi e il ritrovarsi uniti in un gruppo di persone per muoversi insieme. Lasciando sullo sfondo La Tempesta di Shakespeare – a cui si riferisce il titolo della pièce – dodici danzatori e danzatrici si cimentano in una coreografia allo stesso tempo romantica e minimale nel segno che ha reso celebre la coreografa in tutto il mondo. Ad affiancare i performer in scena sono la cantautrice di origini etiope Meskerem Mees e il chitarrista blues ed ex danzatore di Rosas Carlos Garbin per un dialogo intergenerazionale condotto, ancora una volta, nel segno della cooperazione.
Afferma ancora la coreografa: «Lavoro spesso con danzatrici e danzatori più anziani, prima di rivolgermi nuovamente a quelli più giovani. Mi piace mescolare le età, come oggi, con Meskerem e Jean-Marie e apprezzo il lavoro con grosse formazioni, un formato che suscita automaticamente un’interazione tra l’individuo e il gruppo, il singolo e il collettivo. Sono molto legata a questo tipo di interazioni e relazioni: danzare da sola è una gioia, farlo in duo lo è altrettanto; con un trio diventa più complicato: questo formato ha all’interno un elemento in più di rivalità, di territorio, di coalizioni che mutano, di contrappunti. Ma the party is with everybody: la festa si fa solo in gruppo. (…) Con Bach, la bellezza nasce dall’armonia. La parola armonia deriva da una parola greca che significa “ciò che lavora insieme” – come il meccanismo di una maniglia, le redini di un cavallo, l’articolazione di una spalla. In principio, dunque, questo concetto non aveva nulla a che vedere con l’artificio estetico. So bene che la bellezza è considerata demodé, eppure ne abbiamo più che mai bisogno: il nostro rapporto con la natura è malato, mentre continuiamo a percepirci al di fuori di essa ne siamo al cuore, ne facciamo parte insieme alle piante, agli animali, all’aria e all’acqua. L’armonia è scomparsa. Forse è proprio perché siamo in un momento di cambiamenti che oggi scelgo di lavorare con giovani danzatrici e danzatori, con una giovane generazione. La danza, a mio avviso, è anche una forma di collaborazione intergenerazionale».
Nel 1980, dopo aver studiato danza alla Mudra School di Bruxelles e alla Tisch School of the Arts di New York, Anne Teresa De Keersmaeker (nata nel 1960) ha creato Asch, il suo primo lavoro coreografico. Due anni dopo presentava la prima di Fase, Four Movements to the Music of Steve Reich. De Keersmaeker ha fondato la compagnia di danza Rosas a Bruxelles nel 1983, mentre creava l’opera Rosas danst Rosas. A partire da queste pièce rivoluzionarie, ha sviluppato la sua ricerca coreografica sull’esplorazione rigorosa e prolifica del rapporto tra danza e musica. Con Rosas ha creato un ampio corpus di lavori coinvolgendo le strutture musicali e le partiture di diversi periodi, dalla musica antica agli idiomi contemporanei e popolari. La sua pratica coreografica fa propri anche i principi formali dalla geometria, dei modelli numerici, del mondo naturale e delle strutture sociali per offrire una prospettiva unica sull’articolazione del corpo nello spazio e nel tempo. Nel 1995 De Keersmaeker ha fondato la scuola P.A.R.T.S. (Atelier di ricerca e formazione in arti performative) a Bruxelles in collaborazione con De Munt/La Monnaie.
La coreografa ha attraversato con le sue creazioni la storia del Romaeuropa Festival dove ha presentato Achterland (1993), Toccata (1996), Verklärte Nacht (2015), Vortex Temporum (2015), Rain (2016), Drumming Live(2022).
Info
Da 25 a 30 euro
Durata 90’
Per info e prenotazioni: 06 4555 3050 / www.romaeuropa.net