Riprende il 32° Festival Nazionale "Maschera d'Oro" interrotto nel 2020 per lo scoppio della pandemia Riprende il 32° Festival Nazionale "Maschera d'Oro" interrotto nel 2020 per lo scoppio della pandemia
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Riprende il 32° Festival Nazionale “Maschera d’Oro” interrotto nel 2020 per lo scoppio della pandemia

Riprende il 32° Festival Nazionale "Maschera d'Oro" interrotto nel 2020 per lo scoppio della pandemia Riprende il 32° Festival Nazionale "Maschera d'Oro" interrotto nel 2020 per lo scoppio della pandemiaÈ stata presentata oggi, nella sede di Confartigianato Imprese Vicenza, la ripresa – dal 25 febbraio al 25 marzo, al Teatro San Marco – della 32ª edizione del Festival nazionale “Maschera d’Oro”, la kermesse organizzata dal Comitato veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) che nel 2020, per lo scoppio della pandemia, aveva dovuto chiudere il sipario dopo tre dei sette spettacoli in cartellone. 

Viva soddisfazione è stata espressa, durante la conferenza stampa, dal presidente del Festival, nonché vicepresidente nazionale FITA, Aldo Zordan, dal presidente di FITA Veneto, Mauro Dalla Villa, dal presidente di Confartigianato, partner della manifestazione con il suo 26° Premio  “Faber Teatro”, Gianluca Cavion, dal presidente della Provincia, Andrea Nardin, dall’assessore alla Cultura del Comune di Vicenza, Simona Siotto, e dal selezionatore finale della kermesse, Roberto Cuppone

Un particolare ringraziamento è stato rivolto da Zordan agli abbonati: «Hanno atteso il ritorno della “Maschera” per due stagioni, non chiedendo il rimborso: un grande segno di affetto e di fiducia», ha sottolineato. Altrettanto apprezzata, ha proseguito Zordan, la vicinanza dei partner: Regione del Veneto,  Amministrazione Provinciale di Vicenza, Comune di Vicenza, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato Imprese Vicenza, organizzazione imprenditoriale che con il suo “Faber” permette alla compagnia vincitrice del Festival di esibirsi per una sera sul palcoscenico del palladiano Teatro Olimpico. 

Un plauso alla squadra operativa e un in bocca al lupo alle compagnie è venuto da Dalla Villa, così come da Cavion, che ha ricordato il significato del riconoscimento promosso da Confartigianato Imprese Vicenza: «Quell’affinità che lega artigianato e teatro, nel segno della  qualità, della passione e del sacrificio». 

Soddisfazione per il ritorno della “Maschera” anche da parte dell’assessore Siotto: «Un altro bel segnale per la cultura, che ha pagato un prezzo tanto alto durante la pandemia; e un bell’esempio di legame tra impresa e cultura, proprio come quello che avevamo proposto candidandoci a Capitale della Cultura, binomio sul quale credo che Vicenza abbia molto da insegnare». 

Dello stesso avviso il presidente della Provincia, Nardin: «Di cultura si può anche vivere – ha affermato – e collaborazioni come questa, nella quale i mondi dell’impresa e del teatro si incontrano, sono particolarmente significative».

Cartellone al via il 25 febbraio

Appuntamento dunque al Teatro San Marco di Vicenza per i quattro spettacoli mancanti, che si susseguiranno sul palcoscenico fino a sabato 25 marzo, quando l’edizione più complicata del Festival si concluderà con la proclamazione dei vincitori del premio principale, alla migliore compagnia, e degli altri ambiti riconoscimenti collettivi e individuali, oltre che con la consegna del Premio “Renato Salvato”, per l’impegno in favore della diffusione della cultura teatrale. Sarà assegnato anche il premio “La Scuola e il Teatro”, realizzato in collaborazione con l’Assessorato per i Giovani e l’Istruzione del Comune di Vicenza, che si baserà sugli elaborati già presentati nel 2020.

Riavvolgiamo il nastro, allora. Prima del blocco forzato, si erano esibite le prime tre delle sette finaliste: Lo Scrigno di Vicenza in “Sette minuti” di Stefano Massini, per la regia di Amer Sinno; Filodrammatica di Laives ne “Il marito di mio figlio” di Daniele Falleri, diretto da Roby De Tomas; Teatrodrao – TeatroTre di Ancona in “Equus” di Peter Shaffer, per la regia di Davide Giovagnetti.  

Sabato 25 febbraio a salire sul palcoscenico sarà il Teatro del Corvo di Padova con “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, per la regia condivisa degli stessi interpreti: sarà questo il solo cambio di programma rispetto al cartellone originario, resosi necessario per l’indisponibilità della compagnia I Pinguini di Firenze (entrati nella rosa dei finalisti con “La colpa è del giardino” di Edward Albee); a sostituire la compagnia toscana sarà dunque la formazione veneta, immediatamente alle sue spalle nella graduatoria stilata dalla commissione selezionatrice.

Sabato 4 marzo toccherà a Il Dialogo di Cimitile, in provincia di Napoli, di scena con un grande classico di Eduardo De Filippo, “Napoli milionaria”, per la regia di Ciro Ruoppo. Sabato 11 marzo sipario poi sulla Compagnia dell’Orso di Lonigo, in provincia di Vicenza, selezionata per “Le Chat Noir”, lavoro scritto e diretto da Paolo Marchetto. Infine, sabato 18 marzo, ancora un testo di Lunari, “Nel nome del padre” con La Corte dei Folli di Fossano (Cuneo), per la regia di Stefano Sandroni. Ad accompagnare la serata delle premiazione, sabato 25 marzo, sarà infine “A Republica dei mati”, pluripremiato allestimento scritto e diretto da Roberto Cuppone e interpretato da Gigi Mardegan de Il Satiro di Treviso. 

Numerosi e di rilievo i patrocini concessi alla manifestazione, tra i quali quelli della Presidenza della Repubblica, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Cultura e di FITA nazionale. 

Gli abbonamenti 2020 rimangono validi per gli spettacoli in cartellone e per la serata delle premiazioni. Per le singole serate, biglietti al prezzo di due anni fa: 10 euro gli interi, 8.50 i ridotti. Informazioni e prevendite nella sede di Fita Veneto, in stradella delle Barche 7 a Vicenza (tel. 0444 324907, al mattino dal lunedì al venerdì).

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