Rifredi - Emma Dante in prima regionale con "Pupo di zucchero" Rifredi - Emma Dante in prima regionale con "Pupo di zucchero"
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Rifredi – Emma Dante in prima regionale con “Pupo di zucchero”

Rifredi - Emma Dante in prima regionale con "Pupo di zucchero" Rifredi - Emma Dante in prima regionale con "Pupo di zucchero"Dopo il successo riscosso al Festival D’Avignon edizione 2021 Pupo di zucchero arriva in prima regionale al Teatro di Rifredi registrando già il quasi tutto esaurito (lo spettacolo sarà di nuovo in Toscana nel 2023, a Pistoia il 4 e 5 marzo e a Cascina il 7 marzo).

Venerdì 4 e sabato 5 novembre, alle ore 21, torna dunque Emma Dante al Teatro di Rifredi, dove l’artista è ormai di casa, con il suo nuovo spettacolo che vede protagonista Carmine Maringola, in scena con alcuni esponenti della Compagnia Sud Costa Occidentale: Nancy Trabona, Maria Sgro, Federica Greco, Sandro Maria Campagna, Giuseppe Lino, Stephanie Taillandier, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Martina Caracappa, Valter Sarzi Sartori.

Lo spettacolo è una vera e propria impresa europea: è infatti una produzione in proprio della sopracitata compagnia della regista palermitana in associazione con importanti sigle italiane, come il Teatro di Napoli e il Biondo di Palermo, e internazionali.

Impastando una fiaba del Cunto de li cunti di Giambattista Basile assieme a un’antica tradizione meridionale, Emma Dante crea il suo pupo di zucchero: il dolce da offrire ai defunti, venuti a trovare coloro che sono rimasti, nella notte del 2 novembre.

Una celebrazione dei morti che si trasforma in una festa della vita, narrando la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine della sua esistenza, invita a cena tutti i defunti della famiglia.

Il 2 novembre è il giorno dei morti. Un vecchio ‘nzenziglio e spetacchiato, rimasto solo in una casa vuota, prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa. Con acqua, farina e zucchero impasta l’esca pe li pesci de lo cielo: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti, richiama alla memoria la sua famiglia che non c’è più: la stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i defunti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.

Sul palcoscenico fanno allora il loro ingresso mammina, una vecchia dal core tremmolante; il giovane padre disperso in mare; le sorelle Rosa, Primula e Viola “tre ciuri c’addorano ‘e primmavera”; Pedro dalla Spagna, che si strugge d’amore per Viola; zio Antonio e zia Rita, che s’abboffavano ‘e mazzate; Pasqualino, il figlio adottivo.

Dopo La scortecata – in scena al Teatro di Rifredi nel marzo 2018 e poi di nuovo nel febbraio 2020 – Emma Dante torna a confrontarsi con Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile in Pupo di zucchero, uno spettacolo in perfetta armonia tra l’ineluttabilità della morte e l’umanità della vita, al Rifredi venerdì 4 e sabato 5 novembre, alle ore 21, con protagonista Carmine Maringola nel ruolo del Vecchio, con Nancy Trabona (Rosa), Maria Sgro (Viola), Federica Greco (Primula), Sandro Maria Campagna (Pedro), Giuseppe Lino (Papà), Stephanie Taillandier (Mammina), Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout (Pasqualino), Martina Caracappa (zia Rita), Valter Sarzi Sartori (zio Antonio).

È infatti da una fiaba di Giambattista Basile che la regista trae ispirazione per raccontare, con il suo ultimo spettacolo, un’antica tradizione meridionale: in alcuni luoghi del Sud, il 2 novembre si organizzavano banchetti ricchi di dolci e biscotti, in cambio dei regali che i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, era come se mangiando quei dolci ci si cibasse delle anime dei defunti.

Dieci sculture create da Cesare Inzerillo mostrano il corpo osceno della morte. La morte non è un tabù, non è scandalosa: ciò che il Vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita, legata alla nostalgia per quei morti che appaiono nei costumi della stessa Emma Dante, sotto le luci di Cristian Zucaro, e si animano colorando la scena, raccontando ognuno il proprio vissuto. Pupo di zucchero non può che intenerirci.

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