Rete 4 – Inchiesta “IRAN SENZA VELI” – Di e con Stella PENDE
Sabato 10 dicembre, in seconda serata, su Retequattro, appuntamento con i reportage di «Confessione Reporter»: la terza puntata del programma di Stella Pende, a cura di Sandra Magliani, s’intitola Iran senza veli.
Il settimanale di approfondimento della rete diretta da Sebastiano Lombardi propone un’inchiesta le cui protagoniste assolute sono le ragazze iraniane, e la fierezza con la quale stanno affrontando il regime dei figli di Khomeini.
Il reportage, dedicato alla loro dignità e fame di libertà, propone interviste a ragazze e donne che, dopo torture e minacce, hanno lasciato il proprio Paese.
Tutto inizia lo scorso 15 settembre, quando una giovane di 22 anni, Masha Amini, originaria del Kurdistan iraniano, in vacanza con la famiglia a Teheran, è morta dopo diversi giorni di coma perché era stata picchiata a sangue dalla polizia religiosa, per aver indossato il velo in maniera scorretta.
Un evento che suscita l’indignazione dell’opinione pubblica e dà vita a una serie di manifestazioni, durante il funerale della giovane. Decine di donne si tolgono lo chador e urlano «morte al dittatore», Ali Khamenei, leader supremo dal 1989, al quale chiedono l’abolizione dell’obbligo del velo.
Oggi le manifestazioni hanno assunto carattere di massa, con arresti e morti – secondo i dati dell’agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, da quando sono iniziate le dimostrazioni, negli scontri hanno perso la vita almeno 471 persone, tra cui 64 minori, cui vanno aggiunti 11 condannati a morte (Mohsen Shekhari, 23 anni, è stato impiccato l’8 dicembre), mentre gli arrestati sono oltre 18mila -, e anche se il 3 dicembre il procuratore generale iraniano, Mohammad Jafar Montazeri, ha annunciato che «la polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata», nessuno ci crede.
Le Guardie della rivoluzione iraniana, intanto, hanno dichiarano che «dopo la sconfitta della nuova sedizione, creata dai nemici, il sistema sacro della Repubblica islamica continuerà con forza a realizzare la sua causa e sconfiggerà il fronte unito dei nemici». Nel frattempo, come riportato dal Guardian, le forze di sicurezza usano particolari tecniche selettive per colpire le donne durante le proteste, mirando al volto, al seno e ai genitali.