REF22 – Al Teatro Vascello la coreografa sudafricana Robyn Orlin in scena con una storia di resistenza al colonialismo
La storia dei risciò Zulù, la loro inventiva e i loro colori come segno di resistenza al colonialismo sono al centro dell’ultimo lavoro della coreografa sudafricana Robyn Orlin, in scena il 5 e il 6 novembre al Teatro Vascello con We wear our wheels with pride and slap your streets with color.
Considerata sin dagli anni Novanta l’enfant terrible della scena coreografica sudafricana per il suo attivismo artistico, il suo sguardo critico sul mondo e sul passato coloniale del suo paese, Orlin attinge ai suoi ricordi d’infanzia e accompagna il pubblico nelle strade di Durban attraversate dagli sgargianti risciò zulù, i taxi-bicicletta numerosi in tempi di apartheid divenuti poi attrazione turistica durante la metà del ventesimo secolo.
Nonostante le rigide normative che regolavano questa pratica coloniale, i conducenti dei risciò, che con il loro incedere saltellante «sembravano danzare con i corpi sospesi in aria», gareggiavano nella creatività personalizzando i loro carri e indossando copricapi a volte di dimensioni monumentali, fatti di piume e perle. Ma è dietro la bellezza visiva di questi ornamenti che si nasconde una storia di sfruttamento coloniale sepolta nell’inconscio collettivo. Con sei giovani interpreti di Moving into Dance, tra le prime compagnie di danza non razziali a Johannesburg fondata da Sylvia “Magogo” Glasser nel 1978, Orlin rende omaggio alla bellezza, all’eleganza e alla solidarietà di queste vite altrimenti dimenticate, rintracciando nei colori, nell’inventiva e nell’energia di questi lavoratori una forma di resistenza alle dolorose condizioni di vita.
Robyn Orlin è nata nel 1955 a Johannesburg. Soprannominata in Sud Africa “irritante permanente”, svela, attraverso il suo lavoro, la realtà difficile e complessa del suo Paese. Ha fatto propri differenti linguaggi artistici (il testo, il video, le arti plastiche…), per esplorare la teatralità all’interno del suo personale vocabolario coreografico. Nel 2003 ha ricevuto il Laurence Olivier Award per la pièce Daddy, I’ve seen this piece six times before and I still don’t know why they’re hurting each other…, considerata tra i risultati più entusiasmanti nella danza contemporanea. In coproduzione con INA e ARTE ha creato, nell’ottobre del 2004, il suo primo film: Hidden beauties, dirty histories. Ha messo in scena L’Allegro, il pensoso ed il moderato di Handel all’Opéra National de Paris debuttando il 23 aprile del 2007. Nel giugno del 2008 ha lavorato ad una produzione di Porgy & Bess all’Opéra Comique di Parigi. Beauty remained for just a moment then returned gently to her starting position … (2012) creato per la Moving Into Dance Mophatong è stato lo spettacolo d’apertura della stagione sudafricana in Francia nel maggio 2013. Robyn Orlin è stata nominata Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito nel 2009 e Cavaliere delle Arti e delle Lettere nel 2015. At the same time we were pointing a finger at you …, un’opera teatrale con i ballerini dell’Ecole des Sables, diretta da Germaine Acogny, è stata creata nel 2014 al Festival d’Avignone e And so you see … al Festival Montpellier Danse nel giugno 2016 con Albert Khoza.
Nel 2017 ha creato la pièce Oh Louis… we move from the ballroom to hell while we have to tell ourselves stories at night so that we can sleep… per Benjamin Pech, ex ballerino dell’ Etoile all’Opera Nazionale di Parigi e il musicista Loris Barrucand.
Nell’aprile 2018 Robyn Orlin ha coreografato Pigmalione di Rameau, in residenza all’Opera di Digione, in collaborazione con Emmanuelle Haïm per la direzione musicale. Per la prima volta nella sua vita, ha messo in scena una pièce teatrale: Les Bonnes dal testo di Jean Genet e il film di Christopher Miles, creato al Théâtre de la Bastille di Parigi durante il Festival d’Automne 2019.