Recensione: “Van Gogh a Hollywood” – La leggenda cinematografica dell’artista
Van Gogh a Hollywood di Marco Senaldi (Meltemi Editore, 2020), è la riedizione di un libro dell’autore stesso, pubblicato quindici anni prima, perché, per sua stessa ammissione, oggi i tempi sono maturi per parlare di Visual Culture senza sembrare esotici.
Il saggio si propone di approfondire i meccanismi che soggiaciono alla leggenda cinematografica dell’artista per antonomasia, Vincent Van Gogh, esplorando poi tutta la produzione biopic, ossia il genere basato sulla ricostruzione della biografia di un personaggio realmente esistito.
Innanzitutto Senaldi si sofferma a chiarire il concetto di Immaginario. Poi analizza, in base a diverse scuole semiologiche, la differenza tra Reale, Simbolico e Immaginario. Infine arriva ad indagare sui meccanismi comunicativi che portano alla creazione del Mito e come questi siano stati utilizzati in ambito cinematografico, per costruire la Leggenda dell’artista, secondo la definizione di Kris e Kurz, per cui esistono dei cliché stereotipati intorno all’artista in genere: la precocità, la scoperta fortuita del suo talento e l’insopprimibile esigenza espressiva.
Un ulteriore passo tipico del cinema biopic è l’introduzione della “astuzia dell’immaginario” che porta alla fine il pubblico a prestare fede ad eroi-simbolo, in lotta continua per la sopravvivenza contro la società o contro il mondo intero, ma che esistono solo nella cornice delle ricostruzioni spettacolari che il cinema eleva a forma di culto.
Il saggio analizza da vicino la filmografia biopic (e spesso anche la parallela produzione letteraria) su Van Gogh (e il subordinato Gauguin), Picasso, Pollock, Kahlo e Warhol (e l’amico Basquiat).
Per ciascun artista sono presi in considerazione in senso cronologico tutti i film e/o documentari prodotti, valutando i diversi approcci della regia e le diverse interpretazioni degli attori protagonisti, sottolineando anche le diverse soluzioni tecniche, legate alla disponibilità dei mezzi cinematografici in relazione all’epoca di realizzazione del film.
Il filo rosso del saggio resta comunque sempre la filmografia biopic su Van Gogh, che viene richiamata come termine di paragone anche nel caso degli altri artisti. Infatti, oltre ad essere stati firmati da registi importanti (Minnelli,Altman,Kurosawa), i biopic su Van Gogh hanno rappresentato la nascita stessa del genere e hanno toccato tutte quelle tematiche che diverranno il leitmotiv della “leggenda dell’artista” nel mondo di celluloide.