Recensione: Una lama nel bianco – il denaro non fa la felicità
Una lama nel bianco
di Fabio Rennani
Mursia Editore
La classica “famiglia serpenti” è la protagonista del romanzo “Una lama nel bianco”, di Fabio Rennani, un poliziesco che vede coinvolto suo malgrado l’ispettore Claudio Innocenti in vacanza sulle Dolomiti, insieme alla figlia.
In quella località incontra Luigi Ruggeri, titolare di un rinomato studio legale di Roma, insieme a figli, nuore e nipoti.
Lo svolgimento della storia narrata avviene dal 24 dicembre al 31 dicembre: 7 giorni di fuoco, in cui i vari componenti della famiglia, i quali sono “la dimostrazione del luogo comune che il denaro non fa la felicità”, mostrano le proprie caratteristiche e i propri risentimenti gli uni verso gli altri. La mattina del 29 dicembre viene rinvenuto il cadavere di Luigi Ruggeri e subito iniziano le varie ipotesi.
Chi è l’assassino di Luigi? È uno della famiglia o qualcuno che da anni ce l’ha con lui? Come tutti i gialli che si rispettino, lo scioglimento dell’enigma avviene nelle ultime pagine e coinvolge emotivamente il lettore, dandogli l’impressione di essere anche lui in quell’hotel di lusso dove si svolgono i fatti e facendogli venire la voglia di recarsi in quei posti incantevoli e mirabilmente descritti, dove la “candida monocromia è rotta qua e là solo dal verde scuro dei rami degli alberi”.
Interessanti sono i colloqui che avvengono tra Luigi e Claudio a proposito del proprio lavoro: entrambi hanno a che fare col crimine, ma con “con profitto e finalità differenti” e lo stesso Ruggeri ammette che gli avvocati “a volte sembrano avvoltoi che si gettano sulle prede e non mollano la presa fin quando non l’hanno spolpata completamente”.