Recensione: “Tutto troppo presto” - L'educazione sessuale dei nostri figli nell'era di internet Recensione: “Tutto troppo presto” - L'educazione sessuale dei nostri figli nell'era di internet
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Recensione: “Tutto troppo presto” – L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet

Recensione: “Tutto troppo presto” - L'educazione sessuale dei nostri figli nell'era di internet Recensione: “Tutto troppo presto” - L'educazione sessuale dei nostri figli nell'era di internet“Tutto troppo presto” di Alberto Pellai, edito da De Agostini, è, come scrive nella prefazione lo stesso autore, uno “strumento di navigazione, che aiuta a trovare la rotta in un territorio di cui si conosce poco o nulla”.

Il libro infatti, analizza il rapporto tra i giovani e la sessualità in questa era ipertecnologica e fornisce agli adulti alcuni strumenti utili a districarsi nella relazione con questi figli digitalizzati. I temi trattati sono molto caldi: pornografia on line, sexting, revenge porn, dipendenza da video games.
L’autore, con scrittura fluida e comprensibile pone il mondo degli adulti davanti a una realtà che spesso essi preferiscono negare o criticare a priori, per puro campanilismo generazionale, senza analizzare contesti e implicazioni.

Le generazioni precedenti di genitori infatti, lottavano contro la ribellione dei figli; contestavano uscite, compagnie, luoghi di aggregazione e vivevano con ansia soprattutto i pericoli esterni alle mura domestiche.
Oggi invece il pericolo ha tentacoli invisibili, quelli della rete, che si insinuano sin dentro le nostre case, attanagliando i nostri figli, proprio quando ci sembrano al sicuro nelle loro camere. Tuttavia l’autore non è assolutamente critico nei confronti delle tecnologie; lo è sull’utilizzo acritico di queste ultime e non sostenuto dalla presenza reale degli adulti.

I giovani ricevono dalla rete una serie di nozioni e di informazioni subendole e molto spesso non elaborandole adeguatamente.
La fruibilità dei contenuti virtuali è immediata e fornisce loro una serie di stimoli forti, immediatamente assimilabili da un punto di vista cognitivo, ma non riconoscibili su un piano emotivo e questo, soprattutto nei giovanissimi, può arrecare notevoli e silenti disagi. L’iperstimolo, oltre ad alterare la rete neuronale, determina in breve, noia e assuefazione e la tendenza a ricercare nuovi stimoli sempre maggiori.
Questo processo di ricerca continua di stimoli adeguati rispetto a una soglia neuronale che si innalza, determina l’instaurarsi di una vera e propria dipendenza.

Le connessioni reali tra individui e la presenza a loro stessi, fornita da scambio vis a vis e dialogo, sono ciò che in rete manca completamente.
Nelle parole dell’autore tuttavia non c’è mai giudizio, nè nei riguardi dei giovani, nè nei riguardi degli spesso sprovveduti genitori.
Pellai esprime una grande comprensione e propone utili istruzioni su come ovviare a questa seria problematica.
Il testo suggerisce dunque che la rete non può e non deve sostituire mai lo scambio ragionato che si ottiene dialogando con i giovani, che hanno in realtà, una gran sete di questo scambio umano.

Dalla mia esperienza come insegnante universitario, gli studenti , pur potendo attingere a tutte le informazioni in rete, continuano ad avere la necessità di domandare a chi si propone come punto di riferimento adulto e spesso le domande tecniche alla materia sono solo uno spunto per altre domande ben più profonde e importanti che riguardano la vita vera e propria.

I giovani hanno una profonda necessità del calore e della comprensione che può fornire una risposta emotivamente elaborata, hanno bisogno di tutte quelle sfumature che mancano nel contatto con la rete.

In questo momento storico, in cui la socialità è delegata al virtuale, a maggior ragione essi cercano uno sguardo, un riferimento, un adulto emotivamente autorevole e competente a cui ispirarsi.

Il libro di Pellai ci invita a non perdere la grande opportunità di essere quel riferimento.

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