Recensione: Treeline. L’ultima foresta e il futuro della vita sulla Terra – Un viaggio nel polmone del nostro pianeta
Treeline. L’ultima foresta e il futuro della vita sulla Terra
Ben Rawlence
Francesco Brioschi Editore, 2022)
Un viaggio nel polmone del nostro pianeta.
Non sempre è facile parlare della Terra e di tutte le problematiche legate all’ambiente. Il rischio è spesso quello di addentrarsi in sentieri tortuosi toccati da interessi economici e politica dove il lettore rischia di smarrirsi e il messaggio rimane un insieme confuso di osservazioni. Non è questo il caso di Treeline. L’ultima foresta e il futuro della vita sulla Terra di Ben Rawlence, per Francesco Broschi Editore, traduzione a cura di Alessandra Neve, testo in cui l’autore parla del problema dell’iperventilazione del nostro pianeta attraverso il racconto di un suo viaggio nelle foreste che circondano il Nord.
Rawlence ha già dimostrato il suo sguardo critico quando, come ex ricercatore della Human Rights Watch, aveva riferito delle condizioni delle persone più vulnerabili e dei campi profughi in un’Africa dilaniata dalla guerra. Con la stessa determinazione, l’autore documenta il riscaldamento del pianeta tracciando il limite della vegetazione arborea che dalla Scozia e dalla Scandinavia settentrionale passa per la Siberia, l’Alaska e il Canada fino alla Groenlandia. Nel suo resoconto di viaggio, Rawlence mostra al lettore come questa linea, che marca il punto oltre il quale gli alberi non crescono più, si sposti sempre più a nord. Tuttavia, se il fenomeno nei secoli scorsi riguardava uno spostamento di pochi centimetri, ora si tratta di metri ogni anno, come se gli alberi si stessero muovendo, quando, invece, non dovrebbero, o almeno non con questa proporzione. L’autore esamina in particolare sei alberi, tre conifere e tre latifoglie: pino silvestre nel Galles, betulla in Norvegia, larice della Dauria nella taiga russa, abete rosso in Alaska, pioppo balsamico in Canada e cenere di montagna in Groenlandia. Dimostra come non siano entità statiche, ma elementi ricchi e in continua evoluzione oltre che in eterno rapporto con l’uomo che li ha sempre usati per la propria esistenza, dalla medicina all’uso abitativo traendone la legna per case e oggetti. L’autore ci conduce in un viaggio che è resoconto ma anche prosa lirica fatta di albe norvegesi inquietanti e senza fine, larici dall’aria nobile, rami di pioppi balsamici visti come rami tentacolari. Diventiamo parte delle discussioni con scienziati, ambientalisti, esperti forestali, popolazioni indigene, allevatori di renne e agricoltori che incontra sul suo cammino, apprendendo che il cambiamento del clima non corrisponde obbligatoriamente all’estinzione, ma può disorientare gli animali, portare a una crescita eccessiva, a un disequilibrio delle componenti della natura.
Treeline. L’ultima foresta e il futuro della vita sulla Terra non è una bibbia per ambientalisti, né una guida per escursionisti, è lo sguardo attento di chi vorrebbe un futuro dove tutti, nessuno escluso, dagli Stati a ogni singolo abitante della Terra, collaborino verso un bene comune, consapevoli del fatto che una maggiore attenzione all’ambiente è un’attenzione alla vita dell’essere umano. Una speranza che soggiace al viaggio di Rawlence fatto di meraviglia e stupore per la creatività e la resilienza delle specie incontrate, oltre per l’affascinante e misteriosa foresta che è il polmone che ci permette di respirare.