Recensione: "Storie di una ragazza qualunque" - una vita vera Recensione: "Storie di una ragazza qualunque" - una vita vera

Recensione: “Storie di una ragazza qualunque” – una vita vera

Recensione: "Storie di una ragazza qualunque" - una vita vera Recensione: "Storie di una ragazza qualunque" - una vita vera“Storie di una ragazza qualunque”
parlare senza remore di sè stessi è il primo passo verso la consapevolezza.

Bene, gatto. Ci siamo riusciti.” Disse sospirando.
“Si, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante.” Miagolo Zorba.
“Ah sì? E cosa ha capito?” chiese l’umano.
“Che vola solo chi osa farlo” miagolò Zorba.
Luis Sepù Iveda

Questo è: “Storie di una ragazza qualunque” di Luca Manfredini (GrausEdizioni), nato a Viareggio nel 1963, educatore e coordinatore di servizi in ambito sociale presso diversi centri di aggregazione per minori e socio lavoratore della Società Cooperativa CREA a Torre del Lago.

L’autore in questo romanzo dà voce a una ragazza di nome Francesca che potrebbe essere definita in qualsiasi modo tranne che “una ragazza qualunque”. Questo non perchè abbia qualcosa di speciale o particolare, ma per la capacità, l’onestà di mettersi completamente a nudo e raccontarsi per ciò che realmente è, senza nessuna paura o vergogna di parlare anche, anzi soprattutto, delle cose scomode, non belle, non convenzionali.
Francesca presenta un quadro della sua vita fin da bambina, a partire dal suo non rapporto con il padre che ha rappresentato la sua mancanza più grande e l’ha accompagnata fino all’età adulta. E poi le amicizie, la sessualità, le debolezze caratteriali, gli aiuti esterni e le figure cardine.
Manfredini non si fa sconti in questa narrazione, la sua protagonista è reale e attuale, forse esiste anche davvero, forse fa parte dei ragazzi che lui segue o ha seguito in ambito sociale.
Le emozioni, le debolezze, i condizionamenti, l’amore e la famiglia fanno da padrone nella vita di una donna tutt’altro che semplice.

“[…..] Furono una sorpresa positiva e fonte inesauribile di opportunità per l’intero periodo in cui mi dedicai al servizio civile. [……] Ho riso e pianto, ho imparato a lavorare su me stessa e a capire che in ambito sociale si cresce e si matura quando si è pronti a mettersi in discussione. Ho fatto esperienza di alcuni valori come l’amicizia, il rispetto, la socialità, la condivisione e l’onestà. Ho fatto esperienza del tradimento, del perdono, della relazione vera che si basa sulla sincerità e sull’impegno, sulla capacità di ammettere i limiti e gli errori.”

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