Recensione: “Storia della notte” – Memorie che sopravvivono alla minaccia del tempo
Storia della Notte
di Jorge Louis Borges
a cura di Francesco Fava
Adelphi Edizioni
Storia della notte, apparso per la prima volta nel 1977, è una raccolta di poesie e prosa in italiano, con testo a fronte in lingua originale, raccolta che va letta come un commovente percorso autobiografico e che è un riepilogo dello sforzo di Borges, di dare, appunto, un senso alla vita attraverso le parole.
A mano a mano, che si va avanti con la lettura, emerge che Borges, rilegge il passato, tentando di ritrovare in sé l’uomo che è stato, è che ancora e che continua a essere nella penombra dei ricordi e dei sogni, un uomo quindi nostalgico ma completo.
“Fin dall’infanzia, gradatamente, la mia vista era andata peggiorando finché si spense del tutto. Fu un lento crepuscolo estivo. Non ci fu nulla di particolarmente patetico e drammatico”. Questo nel 1998 dichiarò Borges, arrendendosi all’inesorabile perdita della vista, condizione ereditata dal padre e prima di lui dal nonno. Questo lo portò al graduale abbandono del verso sciolto in favore della metrica classica, anzi, come lui stesso dichiarò, lo fece ritornare alla poesia.
Storia della notte è la quarta raccolta di Borges, dove ricompaiono immagini e prototipi già noti ai lettori come il sogno, il sonno e la memoria infinita delle cose, oniriche e reali che siano, come gli specchi che atterriscono o l’antica isola dei sassoni che sarà poi l’Inghilterra, come mondi popolati di draghi e “lame e vascelli”.
Non mancano, però immagini più amene, come la luna, oggetto inevitabile dell’attenzione poetica universale e i fiumi, acqua invulnerabile che scorre nella massima di Eraclito. Tra i vari libri pubblicati “Storia della notte” è forse, come lo stesso Borges dichiarò, il più intimo come nelle poesie “L’innamorato”, ” È menzogna” e, ”The thing I am“, dove traspare l’amarezza per il figlio mai avuto.
Jorge Louis Borges, nasce in Argentina da famiglia benestante e colta nel 1899 e muore in Svizzera nel 1986 ed è ritenuto uno dei più importanti influenti scrittori del ventesimo secolo.