Recensione: “Sigonella secrets” – Sapore di mare e sangue
Nella base militare di Sigonella, nella Sicilia Sud orientale, il personale statunitense svolge attività che rientrano nelle misure assunte per garantire sicurezza al personale diplomatico e ai cittadini Usa presenti in Libia.
La presenza di basi militari NATO e le operazioni poco trasparenti ai molti, per forza di cose, condotte in queste, ha sempre suscitato tra gli italiani e tra i residenti locali, dubbi, polemiche e convinzioni complottiste.
In questo contesto di ipotesi e dubbi si inserisce il romanzo di Vincenzo Sacco, Sigonella secrets, edito da Bibliotheka Edizioni.
Nell’occasione del Memorial Day un gruppo di terroristi occupa il campo profughi di Lampedusa. La Vril Army, costuita da marines esperti e letali è incaricata di fronteggiare l’attacco.
L’agente segreto Violet Mc Bain, figura dominante nel romanzo, indaga sulla minaccia terroristica coinvolgendosi in situazioni complesse che vanno oltre la missione assegnata e che denotano la presenza di una rete inaccessibile e nascosta talvolta anche agli stessi protagonisti della missione, che sono ridotte quasi al ruolo esclusivo di macchine da guerra.
Il romanzo di Sacco è molto intricato e denso.
I personaggi che operano nella base sono numerosi e loro vite, sacrificate alle armi, sono presentate in modo accurato, sentito e dettagliato, spiegando in parte anche le ragioni di una scelta di vita così estrema e rischiosa.
Tutte le aberrazioni della società americana sono evidenziate, mediante questi personaggi, quasi con brutalità.
Anche i personaggi che vivono al di fuori della base e quindi i cittadini siciliani sono caratterizzati con grande accortezza e appaiono accomunati tra loro da una sorta di indolenza e da sentimenti di animata curiosità nei confronti degli occupanti della base.
Questa curiosità appare in certi contesti quasi morbosa, a testimoniare probabilmente sentimenti di contemporanea attrazione e repulsione nei confronti del mistero riguardante le operazioni condotte.
Questo sentimento pervade anche il lettore, portato continuamente a dubitare e a ipotizzare scenari riguardanti il racconto, che però si svela e si dipana soprattutto nelle parti finali.
Il tutto in una Sicilia desolata, accaldata e incantevole, descritta come solo un siciliano, l’autore del racconto, può fare.
Fondamentalmente, nonostante il ruolo operativo, tutti i marines sembrano quasi subire i meccanismi della base Nato di Sigonella, e questo è coerente con la descrizione delle loro vite alla deriva, tenute insieme solo grazie all’impegno profuso per la missione, ma che sono spesso destinati a perdere rapidamente.
Del resto chi sceglie una vita dove si ha tutto da perdere lo fa perché in fondo aveva già perso tutto.