Recensione: "Rito di passaggio" - Da invisibili a visibili Recensione: "Rito di passaggio" - Da invisibili a visibili

Recensione: “Rito di passaggio” – Da invisibili a visibili

Recensione: "Rito di passaggio" - Da invisibili a visibili Recensione: "Rito di passaggio" - Da invisibili a visibiliRito di passaggio
di Alessio Pizzicannella
Baldini+Castoldi editore

Attraverso una scrittura per immagini, quindi cinematografica, scorrevole, coinvolgente e a tratti poetica, l’autore, Alessio Pizzicannella, fotografo internazionale di origine romana, rappresenta le vicende di quattro adolescenti che vivono in un orfanotrofio gestito da religiose.

Uno di loro, condizionato dalla lettura e rilettura di un libro di fantascienza, che dà il titolo al romanzo, riesce a convincere gli altri tre a fuggire da quel luogo alla ricerca della loro identità.

Questa breve avventura, che rappresenta “l’ingresso” degli adolescenti nel mondo degli adulti, li costringerà a superare prove di sopravvivenza attraverso le quali rafforzeranno il loro carattere e il loro legame, che diventerà indissolubile.
Il romanzo offre Interessanti metafore di lettura psicoanalitica quali il titolo stesso del libro, la montagna che i ragazzi si prefiggono di scalare e nella quale trovano rifugio, la nube statica e immutabile simbolo della ripetitività di comportamenti quotidiani di cui la realtà, dalla quale sono fuggiti, è costellata.

La vicenda del romanzo tratta uno dei passaggi della vita che riguarda ciascuno di noi: quello che segna l’abbandono dell’adolescenza per entrare nella vita adulta, alla ricerca di una propria identità che, nel caso loro, in quanto orfani, diventa ancora più pressante e significativa.

I dialoghi rappresentano l’intima sofferenza e il travagliato percorso di crescita di questi quattro ragazzi che, da invisibili, diventano visibili.

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