Recensione: “Risorse umane” – Azzurro e nuvole
Un romanzo alla cui lettura si partecipa emotivamente, quello di Alex Capuozzo, Risorse Umane, edito dalla Graus Edizioni.
Salvatore Rosetti, un manager di successo nel settore risorse umane, in seguito ad una crisi personale, molla il lavoro, una relazione sentimentale più o meno stabile e i luoghi e ritorna nella città di origine, Napoli.
Qui si mantiene sotto tono, sia per quanto concerne il ruolo lavorativo, sia nelle relazioni personali, che riduce a poche frequentazioni che riguardano amici fidati e di vecchia data.
Un giorno qualunque nella suo ufficio irrompe una donna, Teresa, che gli chiede aiuto per sfuggire alle molestie del suo capo e cercarle un altro luogo di lavoro.
Una serie di eventi fortuiti, collegati alla questione Teresa, sommergono come uno tsunami la vita lavorativa e privata di Salvatore, che comincia a tirare le somme rispetto al suo passato e alle sue scelte.
Il romanzo di Alex Capuozzo è una lettura piacevolissima, la sua scrittura fluida, il flusso di pensieri, contestualizzato agli eventi, non è mai prolisso e mai banale.
Questa lettura è pervasa di azzurro: quello della copertina, che ci mostra uno scorcio di Napoli e del mare; quello del mare che si guarda dalla terrazza di Salvatore, il suo nido, dove accoglie pochi amici fidati; quello del lungomare della sua (ma anche mia) adorata città; quello dei discorsi con gli amici cari, sempre privi di conflitti e tensioni; quello del flusso di pensieri di Salvatore, che è pragmatico solo all’apparenza, ma in realtà trasuda spiritualità e luce positiva da ogni fibra del suo essere; quello della serenità che si prova immergendosi in questa lettura bella e rilassante.
La nuvola scura è rappresentata dalla questione Teresa, che costringe Salvatore a venire allo scoperto.
Il nostro protagonista infatti è voluto sfuggire ad un futuro che non sentiva appartenergli del tutto e rientrato a Napoli sfugge anche al passato, rifugiandosi in una specie di limbo, fatto di un presente essenziale.
Quando la nuvola scura Teresa si avvicina, Salvatore tenta di opporsi in ogni modo a questo coinvolgimento, di evitare questa “rogna”: desidera solo sentirsi al sicuro.
Ma le “rogne” si sa , sono il sale della vita, un punto di svolta.
In fondo quando ci domandiamo se è la vita a venirci incontro o siamo noi ad andare incontro alla vita non riusciamo mai a darci una risposta univoca perché una sola cosa è certa: decidere di far cadere la maschera ci permette di ritrovare noi stessi, di tornare all’origine.
E credo sia questo che ci rende partecipi in questa lettura e che ci consente di immedesimarci in questo romanzo: la certezza che per vivere sotto un cielo di un azzurro più limpido le nuvole non vanno scacciate.
Dobbiamo lasciare che piova.
L’importante è trovare un luogo dentro di sé in cui ripararsi nel frattempo.