Recensione: Quei bravi ragazzi del Circeo - Poliziotto e Giornalista e uno dei capitoli più bui della storia italiana Recensione: Quei bravi ragazzi del Circeo - Poliziotto e Giornalista e uno dei capitoli più bui della storia italiana

Recensione: Quei bravi ragazzi del Circeo – Poliziotto e Giornalista e uno dei capitoli più bui della storia italiana

Recensione: Quei bravi ragazzi del Circeo - Poliziotto e Giornalista e uno dei capitoli più bui della storia italiana Recensione: Quei bravi ragazzi del Circeo - Poliziotto e Giornalista e uno dei capitoli più bui della storia italianaCiò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni”

Martin Luther King

Questo è “Quei bravi ragazzi del Circeo” (New Compton Editori) di Massimo Lugli e Antonio Del Greco, rispettivamente inviato speciale di cronaca nera per “La Repubblica” e poliziotto dal 1978, attualmente Direttore Operativo della Italpol.

Realizzato sotto forma di romanzo, così da poter cambiare i nomi dei personaggi, di fatto Lugli e Del Greco, Stampa e Forze dell’Ordine, raccontano uno dei capitoli più bui della cronaca nera italiana caratterizzato da una violenza inaudita abbinata ad una crudeltà brutale ed ingiustificata. Il tutto mascherato dietro un estremismo politico quale giustificazione per tre ragazzi (la cui migliore definizione dovrebbe essere “mostri”) della “Roma Bene” di sentirsi invincibili, al di sopra di ogni cosa e persona, al di sopra di tutto e tutti, i dominatori.

Dopo aver letto il romanzo, non essendo ancora nata all’epoca dei fatti, mi sono dedicata ad un’approfondita ricerca sul caso e devo dire che gli autori hanno riproposto pressoché fedelmente l’evolversi dell’intera vicenda dal principio all’epilogo trent’anni dopo, se mai si può davvero parlare di epilogo. Sono riusciti, inoltre, a creare un prima e un dopo fatti di dialoghi, introspezioni psicologiche, situazioni e pensieri che verosimilmente potrebbero essere stati davvero quelli. Tutto scritto nero su bianco con una narrativa eccellente, incalzante, non un attimo di tregua o di esitazione, compreso la postfazione degli autori. Massimo Lugli e Antonio Del Greco mettono a confronto la realtà degli anni ’70 con quella degli anni 2000, i vari cambiamenti anche legislativi accorsi in quegli anni, le domande senza risposta e i dubbi irrisolti che tali resteranno.

Ed oggi, a quasi 50 anni da quei giorni nefasti, cosa è cambiato? Forse solo una cosa: oggi la violenza in ogni sua forma è all’ordine del giorno, tra femminicidi, abusi, violenze su animali, il mondo sembra impazzito. Nessuno ha imparato, si è scandalizzato, è corso ai ripari… tutto continua ad avvenire inesorabilmente e sicuramente, purtroppo, due autori come Lugli e Del Greco non rimarranno mai privi di argomenti di cronaca nera da trattare e sviscerare. Eppure ritengo che la lettura di questo romanzo dovrebbe far riflettere, soprattutto chi di dovere, su un semplice concetto ovvero che la violenza, in ognuna delle sue accezioni e nei confronti di qualsiasi essere vivente (persone, animali, piante) non deve mai essere giustificata, ma punita in maniera certa, forte e definitiva, così che le vittime di ieri e di oggi non diventino le vittime di domani.

Alle vittime e a chi ha lottato per anni alla ricerca della verità va il nostro rispetto e il nostro, deferente, omaggio.”

A.D.G. e M.L.

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