Recensione: "Quanti", l'avvicente storia di una rivoluzione scientifica moderna Recensione: "Quanti", l'avvicente storia di una rivoluzione scientifica moderna
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Recensione: “Quanti”, l’avvicente storia di una rivoluzione scientifica moderna

Recensione: "Quanti", l'avvicente storia di una rivoluzione scientifica moderna Recensione: "Quanti", l'avvicente storia di una rivoluzione scientifica modernaQuesta recensione vuole essere anche un omaggio a Pietro Greco, giornalista e grande divulgatore scientifico, recentemente venuto a mancare.

“La meccanica quantistica è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che non è ancora la soluzione giusta, è una teoria che ci offre molte cose, ma non ci fa penetrare più a fondo il segreto del Grande Vecchio. In ogni modo, sono convinto che Lui non gioca a dadi col mondo”.

Si tratta di uno dei passaggi più celebri di Albert Einstein, contenuto nella lettera a Max Born datata 14 dicembre 1926. In essa il grande scienziato tedesco si pone, per la prima volta, dalla parte dell’eresia nei confronti di un grande movimento innovatore della fisica e della descrizione stessa dell’Universo e della materia, che lui stesso aveva contribuito a creare in decenni di studi, nei quali aveva coniato il concetto di quanti, parlando di energia e di luce.

Una rivoluzione, insomma, quella quantica, che andava a minare l’essenza stessa della fisica classica, costituita da postulati e teorie ormai ritenute consolidate e immutabili. Il XX secolo ne aveva letteralmente demolito le fondamenta, sostituendo le vecchie certezze con nuovi concetti e anche con nuove domande. Di qui l’avanzata della probabilità come elemento dirompente, che tanti problemi causerà ad Einstein, in sostituzione dell’antico determinismo e della rigorosa causalità.

Scopriremo poi, alla metà del “secolo breve”, che il buon vecchio Albert, ancora una volta, ci aveva visto giusto, almeno per la massima parte.

È un racconto appassionante, quello di Pietro Greco, giornalista scientifico e scrittore, già editorialista de L’Unità e poi tra i conduttori di Radio 3 Scienza. Le 300 pagine del volume corrono via veloci, i salti temporali che l’autore sceglie di intraprendere per seguire un filo rosso più concettuale, prendendo per mano il lettore, fanno sì che la narrazione vinca sul tecnicismo. S’intende, Quanti (Carocci Editore) non è un libro pensato per i profani, sebbene anche questi ultimi ne possano giovare per apprendere concetti di fondamentale importanza scientifica. Inevitabilmente l’autore fa ricorso a formule matematiche che hanno fatto la storia della fisica e non solo, citandole sempre in maniera appropriata e rendendole organiche al racconto.

Quanti è un viaggio all’interno del pensiero umano e per questo non può prescindere dalle persone. Nel volume sono raccolte le più grandi personalità del campo, da Planck a Bohr, da Schrodinger a Heisenberg, dal già citato Einstein a Bell, ognuna delle quali viene inquadrata con cura e precisione non solo all’interno del proprio periodo storico, ma anche della propria storia personale, non meno importante a far comprendere alcuni punti di svolta quando non delle vere e proprie sliding doors.

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