Recensione: "Prosecco, pannolini e pappa per il gatto" - Un ritratto di "pancia" Recensione: "Prosecco, pannolini e pappa per il gatto" - Un ritratto di "pancia"

Recensione: “Prosecco, pannolini e pappa per il gatto” – Un ritratto di “pancia”

Recensione: "Prosecco, pannolini e pappa per il gatto" - Un ritratto di "pancia" Recensione: "Prosecco, pannolini e pappa per il gatto" - Un ritratto di "pancia"Prosecco, pannolini e pappa per il gatto.
Piccole grandi storie della nostra vita in 150 liste della spesa

di Giulio Castoro
Il Saggiatore Editore

Questo curioso libro di Giulio Castoro, raccoglie “scritti” che sembrano essere sfuggiti alla legge del pensiero di Umberto Eco:
“C’è una sola cosa che si scrive solo per se stesso, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno”.

Il libro nasce da una singolare passione dell’autore: collezionare liste della spesa, quelle trovate in giro per supermercati, e poi quelle inviate dai follower, dopo che, il 33enne udinese, ha deciso di aprire una pagina Instagram dedicata.
Complice probabilmente il lockdown dello scorso anno (la spesa era l’unico “divertimento” concesso nel tempo libero) la pagina ha suscitato grande interesse.
E così da questi foglietti accartocciati, sporchi e buttati via a fine della spesa, nascono le storie. Storie semplici, che partono da esigenze quotidiane, ma che svelano un intimo e inconsapevole autoritratto di ciascuno di noi.
Il libro è diviso per categorie: bambini, coinquilini, single, coppiette, famiglia, anziani, artisti. Sotto ogni lista pubblicata, in forma di commento ai post della pagina Instagram, c’è una microstoria ironica dell’autore, il quale cerca di carpire la vita che fa capolino tra un “prosecco e biscotti” e “pile x nonna”.

Post it, pagine di cruciverba strappate, mozziconi di quaderni, o artistiche carte da lettera riutilizzate. Liste scritte al volo, magari in ascensore e liste decorate, colorate, disegnate qualora solo la parola non bastasse.
Liste con la mappa del supermercato per indicare a un marito poco esperto, dove trovare le varie cose elencate. E un messaggio d’allarme:“mancano torte”!
Un inquietante “vedi tu” ripetuto più volte, quanta angoscia può instillare davanti alle lunghe file dei vari reparti di un supermercato?

E come si scrive kiwi? E cracker? Tra i 150 bigliettini raccolti nel libro, li troviamo scritti in tutti i modi possibili!

Tra archeologia e sociologia il libro gioca con la nostra sete di sapere della dispensa del vicino, con la nostra voglia di spettegolare, con un gusto voyeuristico che è in tutti noi.

Una lettura leggera ma tuttavia non banale, che ci porta a riflettere su mille aspetti della nostra vita, “quello in offerta”, o “non badare a spese”, sono tracce di una società che si muove tra bisogni e possibilità, tra desideri e necessità.

Un gioco che come tutti i giochi ha la massima serietà insita nel gioco.
Un gioco che diventa significativo per la comprensione di chi siamo, l’autore mentre “gioca” sorprende se stesso e noi altri, e attraverso la sorpresa acquisiamo nuove modalità che ci consentono di relazionarci con il mondo esterno. E giocando sviluppiamo umanità, affinità, empatia.

Perchè davvero il libro è divertente, ma a dirlo con le parole dell’autore nella esilarante prefazione è un “tentativo ancora inesplorato per indagare la famosa “pancia del Paese”, provando proprio a guardare cosa ci sia all’interno di essa. Le liste della spesa sono una delle ultime cose che ancora scriviamo a mano, e l’atto stesso di scrivere è da sempre il più liberatorio di tutti. Sia che si scriva un romanzo, sia che si pianifichi il solito pranzo della domenica dei nonni”.

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