Recensione: Paul e Nina
Paul e Nina
di Cristina Guarducci
Edizioni Creativa
“Paul e Nina” è un romanzo di genere psicologico con venature di giallo, dal momento che è intervallato qua e là da misteri che solo alla fine troveranno una spiegazione.
I protagonisti della storia, animati spesso da sentimenti contrastanti, sono entrambi artisti, anche se in campi diversi.
Paul, l’io narrante, è un architetto d’interni ed è spesso critico non solo dell’arte contemporanea “difficile da definire”, ma anche della nostra epoca contemporanea “ talmente assetata di creatività da trasformare in denaro, che la cerca e la sfrutta ovunque si trovi” e in cui “apparire e mangiare sono le nuove mete, come una sorta di regressione al mondo animale”-
Nina, “una giovane donna di una magrezza quasi malata”, è invece attrice di teatro e “porta un tumulto dentro di sé”.
I due si conoscono per caso e la loro è una storia d’amore ambientata tra Parigi e la Provenza, una storia in cui momenti romantici e drammatici si alternano continuamente, come in un film d’azione. Anche la natura sembra partecipe di questi conflitti, come quando il movimento delle nuvole viene paragonato al “movimento ritmato di un esercito distruttore”.
A fare da contorno ai protagonisti ci sono altri personaggi che, nel bene e nel male, interagiscono con loro, ma un posto rilevante ce l’hanno i gatti, “piccole divinità” che “ostentano il loro muso impenetrabile”.