Recensione: “Padre Amorth l'Esorcista” su Amazon Prime Video - Il demonio è davvero una presenza così normale? Recensione: “Padre Amorth l'Esorcista” su Amazone Prime Video - Il demonio è davvero una presenza così normale?
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Recensione: “Padre Amorth l’Esorcista” su Amazon Prime Video – Il demonio è davvero una presenza così normale?

Recensione: “Padre Amorth l'Esorcista” su Amazon Prime Video - Il demonio è davvero una presenza così normale? Recensione: “Padre Amorth l'Esorcista” su Amazone Prime Video - Il demonio è davvero una presenza così normale?Su Amazon Prime Video, a noleggio in esclusiva, fa capolino il documentario “Padre Amorth l’Esorcista” del regista Giacomo Franciosa.

Quando pensi di essere di fronte a una documento empirico sull’esistenza del diavolo, le possessioni, l’esorcismo, e sulla lotta ai culti che lo concernono, sei carico di quell’aspettativa motivata da una parte da quella particolare concezione del male come antagonista del bene e dall’altra, dalla stessa collocazione del demonio in un tessuto urbano sociale complesso come quello contemporaneo.

Il ruolo dell’esorcista nella dinamica di questi equilibri mi lasciava immaginare l’argomento un campo di ricerca eccezionale.
Un documentario sulle possessioni demoniache e sulle liberazioni ti fa immaginare di tutto, anche supportati da tutta una filmografia molto dettagliata a riguardo. Ma il registro di “Padre Amorth l’Esorcista” è tutt’altro.

Padre Amorth, al secolo don Gabriele, fondatore nel 1991 dell’Associazione italiana esorcisti, si racconta pacatamente, descrivendo il suo “lavoro” con naturalezza, come fosse un impiegato qualsiasi che svolge un lavoro qualunque.

Nato nel 1925 a Modena, entra a far parte della Società San Paolo dopo essersi laureato in giurispudenza ed aver vissuto le miserie della guerra. Suo grande maestro fu Padre Candido Amantino, che vide in lui un degno successore come esorcista.

Padre Amorth narra con semplicità che dal 1986 al 2007 ha effettuato circa 70.000 esorcismi. Sua grande forza è la preghiera e il sostegno della Madonna. In realtà tutto il documentario è una costante raccomandazione alla preghiera e a una vita tenuta nei binari dei precetti della Chiesa, fino a definire il “sacramento del matrimonio” e tutti i sacramenti in generale, un potente antidoto alle possessioni demoniache.

Questo registro, sorprendente per quanto “normalizzante”, a tratti diviene “disturbante”, disorienta chi immaginava, come me, di trovarsi di fronte tutto un immaginario orrorifico a cui siamo stati abituati da sempre.

In nostro soccorso arrivano le musiche di Sandro Di Stefano, quelle sì, in piena simbiosi con l’atmosfera horror che solleticava le nostre aspettative.

Sulle note musicali cadenzate e vibranti, padre Amorth continua il suo racconto, supportato dalla testimonianza di una persona “liberata” che con altrettanta pacatezza descrive la sua esperienza con il male.

Niente urla, nessun contorcimento, nessuna linguaccia o lingua sconosciuta. I demoni sembrano costruire un contatto molto stretto con lo stile di vita delle persone, contatto che gli permette di controllare il più possibile le loro vite.
Questa “normalità”, questo fluire del male nelle nostre esistenze silenzioso e senza traumi, lo rende a ben vedere, molto più irriconoscibile e pericoloso.

Come dice lo stesso padre Amorth “lo sforzo più grande del demonio è di far credere di non esistere”.

Giocando nel doppio binario del diario e dell’inchiesta, il regista Giacomo Franciosa, sbircia in tante porte, ma non si addentra nei corridoi oscuri su cui esse si aprono, la posizione della Chiesa al riguardo resta ovattata, sfugge a tratti persino quanto Padre Amorth creda davvero in quel che ha fatto, quanto tutto questo non sia solo un proforma, un rito come tanti altri, una pratica, un esercizio, una di quelle preghiere che impari meccanicamente da bambino e che non scordi più…

Oppure… il demonio è davvero una presenza così normale e scontata per gli “addetti ai lavori”, da perdere qualsiasi clamore ai loro occhi?

Oppure ancora, Padre Amorth, ormai scomparso da qualche anno, non ha avuto cuore di svelarci verità troppo sconcertanti sul male e sul demonio? Cosa davvero hanno visto i suoi occhi e udito le sue orecchie?

Tra le pieghe del documentario, nel susseguirsi dei fotogrammi, in qualche sorriso o sguardo sfuggito al controllo, riusciremo a scorgere un barlume di quelle verità?

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