Recensione: Osvaldo l’algoritmo di Dio. Vivere al di fuori della logica.
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Recensione: Osvaldo l’algoritmo di Dio. Vivere al di fuori della logica.

Recensione: Osvaldo l’algoritmo di Dio. Vivere al di fuori della logica. Recensione: Osvaldo l’algoritmo di Dio. Vivere al di fuori della logica.

Con questa recensione diamo il benvenuto a Laura Lippolis, che entra a far parte della redazione di PuntoZip.

Osvaldo, l’algoritmo di Dio, è il primo romanzo di un autore italiano, Renato de Rosa, pubblicato da Carbonio Editore nella collana “Cielo stellato“.

Dario, un informatico toscano, ricercatore universitario, si imbatte con il proprio gruppo di ricerca in un misterioso sito web, tidounconsiglio.com che detta una scelta, non un parere, rispetto a due possibili alternative che l’utente propone.
Determinati a scoprire il misterioso autore del sito quasi per gioco, i giovani ricercatori, si ritrovano travolti da misteri e scelte dettate dalla macchina, una delle quali li pone di fronte a un serio e definitivo dilemma esistenziale.
Osvaldo l’algoritmo di Dio” non è un libro che tratta di progresso e dell’impatto che hanno le tecnologie avanzate sulla psiche e l’emotività dell’essere umano.
Questo è un libro che con freschezza, leggerezza e ironia e con il pretesto della scoperta di una forma di Intelligenza artificiale, che compie delle scelte al posto dei protagonisti, si addentra con grande delicatezza in temi quali il libero arbitrio e le mille sfaccettature dell’intelligenza umana.

Siamo posti ogni giorno di fronte a delle scelte e desidereremmo in molti casi che qualcuno ci desse spunti utili alle nostre decisioni o che addirittura decidesse al nostro posto. Oracoli, cartomanzia, astrologia, psicoterapia, religione, sono tutti metodi attraverso i quali vorremmo poter conoscere più che le scelte da compiere, gli esiti delle stesse.
E se avessimo davvero a disposizione uno strumento che come un Dio ci desse delle risposte opportune, etiche, morali, salvifiche?
Ci accontenteremmo delle scelte operate al nostro posto? Probabilmente no, come accade ai protagonisti del libro, che pur acconsentendo alle decisioni del sistema informatico, etiche, giuste e ragionevoli, si pongono il dubbio di una eventuale alternativa alla scelta compiuta in relazione al proprio vissuto e ai propri profondi desideri.

Perché la verità è che l’essere umano ha più fame di alternative e infinite possibilità che di decisioni e scelte. L’essere umano è vivo quando desidera e quando dubita.
Come si evince, del resto, dall’evoluzione personale di Dario, il protagonista del libro, non è utile essere solo logici e dotati di buonsenso, etici e morali per vivere una vita piena ed essere certi di aver compiuto le giuste scelte.

La vita di questo nerd estremamente logico e intelligente e dei suoi colleghi è piuttosto grigia e noiosa prima della stimolazione legata alla scoperta del sito. Dario evolve quando comincia a porsi delle domande rispetto alle scelte fatte in sua vece e sente prepotente il desiderio di ribellarsi, affinando gusti e istinto, proprio come accade quando gioca a Bridge, tema ricorrente all’interno del libro.
Dunque non è utile domandare per evolvere come essere umani, piuttosto è utile Interrogarsi per il gusto della domanda. È cominciare ad interrogare se stessi il principio del vero cambiamento. Aprirsi e abbandonarsi alle infinite possibilità che la vita cela dietro ogni nostra decisione e ciò che ne consegue.
Il finale del libro, che non vi accenno, è il coronamento di questo concetto.

Siamo soli nelle nostre scelte. Soli a determinare la nostra vita, nonostante gli errori che ne conseguono.
E sono proprio questi errori a permetterci di sviluppare quell’intelligenza emotiva che sublima la logica e la trapassa, perché tiene conto delle nostre esperienze e del modo in cui le abbiamo elaborate. Esperienze e sentimenti che infine ci connettono agli altri. Proprio come accade a Dario, campione di scacchi, che impara a vivere al di fuori della logica e decide di cimentarsi nel Bridge, un tipo di gioco di gran lunga più complesso e relazionale, basato su un mix di ragione e istinto e sulla relazione e collaborazione con i partner.

Ironia della sorte o piuttosto direi, abilità dell’autore, pare che a livello informatico sia possibile riprodurre e giocare perfettamente una partita di scacchi ma non di bridge.
Questo ce la dice lunga sulle intenzioni del libro.

Renato de Rosa nasce nel 1957 in provincia di Siena. Laureato in matematica, dirige una società di consulenza. Ha ideato Free Mind Innovativo software open source che permette di creare e organizzare al meglio le mappe concettuali.
Crea giochi da tavolo commercializzati in Italia e all’estero, pratica gli scacchi e il bridge a livello agonistico ed è iscritto al Mensa, l’associazione delle persone con elevato QI. Ha collaborato con i laboratori di Zelig in qualità di autore umorista e attore.
I suoi libri:
Il più grande calciatore del mondo (Limina Edizioni, 2006), La variante del pollo (Mursia, 2012), La variante del pollo international (Mursia, 2016).

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