Recensione: “One Day” su Nexo+ Un film d’amore, ma anche un continuo pugno nello stomaco
One Day – 2011
diretto da Lone Scherfig
One Day è un film d’amore, ma anche un continuo pugno nello stomaco, perchè parla di quell’amore che è soprattutto tormento e struggimento silenzioso, travestito da amicizia cameratesca. Emma e Dexter si conoscono l’ultimo giorno di università, entrambi sentono di essere predestinati l’uno all’altra, ma sfuggono a questa predestinazione, si allontanano e si riavvicinano, si cercano e si respingono per ben 2 decenni. Due decenni durante i quali continuano a tenersi in contatto con lettere e telefonate, ma decidono di vedersi un unico giorno all’anno.
Anne Hathaway e Jim Sturgess interpretano mirabilmente i protagonisti Emma Morley e Dexter Mayhew.
Il film nelle sale dal 2011, è tratto dal romanzo omonimo del 2009 di David Nicholls. Singolarmente “l’unico giorno” che dà titolo a libro e film, è il 15 luglio. Forse una data scelta non a caso, data in cui ricorre l’antica festa di San Swithun, il santo dei miracoli postumi. Una specie di Santa Rita nostrana, patrona delle grazie impossibili.
Le vite dei due innamorati, più o meno inconsapevoli, proseguono parallele. Cambiamenti, dolori, relazioni, eventi, che tuttavia non riescono a scalfire e far sbiadire il profondo legame che li tiene uniti e che si rinnova tacitamente ogni 15 luglio.
Un’atmosfera agrodolce avvolge la narrazione, c’è più dolore che felicità, proprio come nella vita vera in fondo. Amore, volontà, gioia, amicizia, dolore. Sono molte le voci che si intrecciano nei fotogrammi, voci che provengono dagli anni difficili e pieni di speranza di Emma, dalle battaglie epiche contro la dipendenza di Dexter. Dexter in una fuga continua dall’amore, una fuga che passa attraverso le storie con le molte donne che incontra lungo tutta la sua vita. Donne che di volta in volta si dileguano come ombre, fino a sposare quella sbagliata, da cui avrà una figlia e da cui poi deciderà di separarsi per tornare finalmente da Emma.
In amore non ci sono né buoni né cattivi, semplicemente ci sono persone che hanno deciso, ognuna a proprio modo e con il proprio tempo. Hanno deciso chi amare e soprattutto di non rinunciare, difendendo con un sorriso a denti stretti sè stessi e ciò in cui credono.
Così il film permette di penetrare senza ipocrisie o sbavature retoriche un universo tanto connotato quale è quello dell’amore e di raccontare, senza imbarazzi e forzature, una storia di paure e ripensamenti.
Una storia che anche nel finale non dà tregua e torna ad essere un vero pugno nello stomaco.
La regista Lone Scherfig narra il tutto a spizzichi e bocconi, per poi seguire una direzione lineare solo nella parte finale della storia d’amore. Sceglie a commento delle sue immagini una colonna sonora fiorita di brani che spaziano dagli anni ’80 ai giorni nostri e la musica originale del premio Oscar Rachel Portman. Una bella compilation di canzoni che percorre un lungo periodo della vita dei due protagonisti. Il risultato è un’atmosfera coinvolgente e dinamica allo stesso tempo, che si insinua tra le dolci note della Portman.