Recensione: “Non è per snob”, riscoprire il bon ton per una vita migliore
“Per quanto oggi possa apparire anacronistico, essere beneducati è sempre molto bello e sempre molto utile”.
Si apre così il libro di Leopoldina Pallotta della Torre, Non è per snob (Mondadori), 350 pagine che andrebbero imparate a memoria per rendere davvero il mondo un posto meraviglioso.
Il libro è suddiviso molto bene, in 6 parti, con relativi capitoli: la prima parte “Dal primo sguardo” si passa ad analizzare i primi momenti di una conoscenza, quindi dalla stretta di mano, al sorriso. Gesti considerati usuali ed al passo con i tempi, ma dietro c’è un mondo ed una spiegazione rigorosa a tutto. Frasi semplici come “buongiorno”, “buonasera”, “piacere”, si possono davvero dire in tutte le occasioni? La risposta la troverete nel libro della signora Pallotta della Torre e ci renderemo conto che ogni parola deve essere contestualizzata a seconda del tempo e con chi parliamo.
Il volume è molto agile ed arguto da leggere, si spazia con vari argomenti come le “cortesie per gli ospiti”, dalla buona tavola, al dress code per qualsiasi occasione, fino alla “netiquette”, indispensabile per capire l’uso degli smartphone ad una cena, ma anche di Facebook, Instagram, email e WhatsApp.
La tavola come specchio delle maniere, dall’arte della conversazione, alle buone maniere in famiglia fino ad arrivare alle maniere contemporanee. Un excursus sull’abc dell’educazione, che come si legge, oramai purtroppo si sta perdendo sempre più.
“Basta indagare un po’ nella storia per capire che le buone maniere non sono mai state un rituale superficiale per aristocratici d’antan o, come dicono alcuni, “roba da snob”. Al contrario, il vero snob non ha buone maniere, perché esse impongono prima di tutto di accogliere il prossimo e metterlo a suo agio”, insiste l’autrice.
Ed ancora: “Le maniere, lungi dall’essere un vuoto insieme di regole fine a se stesse, sono uno strumento potente per insegnare alle persone come comportarsi bene con il prossimo, istruendole nella gentilezza e nell’altruismo, con l’idea di poter così edificare un mondo migliore”, spiega Leopoldina Pallotta della Torre, giornalista, drammaturga e autrice di romanzi.
Diversi, in Non è per snob, sono i riferimenti alla storia, al medioevo delle buone maniere, ma anche molti consigli pratici sul presente.
“Anche le storie che allietano le nostre serate seguono il trend. Il planetario successo di una serie televisiva come Downtown Abbey ha contagiato persino il principe William e sua moglie Catherine, che hanno dichiarato di non perdersi nemmeno una puntata e di aspettare con ansia la stagione successiva”, spiega l’autrice. Il bon ton è sempre stato uno strumento prezioso per rapportarsi agli altri e vincere la nostra ansia sociale. Inoltre, come dice la guru dell’etichetta Emily Post, le maniere fanno parte della nostra personalità e dunque contribuiscono a definirla. Essere beneducati ci rende più eleganti, più altruisti e, di conseguenza, più graditi agli altri.
Leopoldina Pallotta della Torre ha collaborato fin da giovane con «la Repubblica», «La Stampa», «Panorama» e «Amica», specializzandosi in giornalismo culturale e di costume. Negli anni Novanta si è trasferita in Germania dove ha lavorato prima come drammaturga al Berliner Ensemble, lo storico teatro di Bertolt Brecht, poi come assistente personale del regista tedesco Peter Zadek. Nel 1989 ha pubblicato La passione sospesa, un libro di dialoghi con Marguerite Duras, poi tradotto in tredici lingue, da cui è stata tratta una pièce con Fanny Ardant. Ha pubblicato inoltre un romanzo, Non essere triste (2000). Oggi vive in Lucchesia con il marito tedesco e le tre figlie.