Recensione: “Non c’è niente di male a essere felici” – La forza di ricominciare
Non c’è niente di male a essere felici
di Linda Holmes,
Sperling & Kupfer editore
La grande Alda Merini afferma che “La felicità è la miglior vendetta perché non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice”.
Questo però non è quello che pensa Edeleth, ”Eddie”, protagonista del libro. Al contrario, si scopre piano, piano, in uno spazio temporale ben definito, che Eddie, nonostante abbia subito dei torti dalle persone amate, “non vuole” essere felice, perché quando ci prova rovina anche quel poco che c’è di buono nella sua vita.
Il libro presentato come un diario, con un linguaggio spesso ironico e irriverente, ci introduce all’inizio in un caleidoscopico mondo di persone, luoghi, situazioni che potrebbero confonderci e complicare la lettura. Ma la Holmes, sapientemente e con prudenza, a ogni inizio capitolo riesce a reinventarsi un incipit accattivante e intrigante e a “convincerci” a proseguire la lettura.
Eddie non conosce se stessa e non comprende la ragione di quel sottile malessere che le impedisce di essere una persona normale, anche se ha avuto dolori importanti, come l’abbandono da parte della madre che mai è presente nelle ricorrenze più rilevanti, anche se, nella decantazione lenta e sofferta del suo malessere, riuscirà alla fine a liberarsi di lei, rifiutando di incontrarla.
Non è soddisfatta neppure del suo aspetto fisico e, quando deve preparasi per incontrare intimamente Dean, fa una descrizione empia e quasi distruttrice del suo corpo. Tutto concorre a creare in lei una disaffezione alla propria esistenza.
Come pure la storia controversa con il marito che muore in un incidente stradale proprio quando lei decide di lasciarlo per sempre. Solo quando si rifugia sdraiata sul pavimento a fantasticare, qualche volta dopo avere bevuto un bicchiere di troppo, riesce in qualche modo a mitigare la sua sofferenza, aiutata anche dal grande amico Andy, mosso da un sentimento che lascerà in sospeso fino all’ultimo.
Appassionante è il momento della feroce autoanalisi del suo fallimento: la chiusura totale del raccontarsi alle persone più care. Nessuno sa che il marito la trattava come “una cosa”, nessuno sa che le aveva lasciato una cospicua assicurazione sulla vita che lei non riscuoterà mai. Tutto viene alla luce lentamente, quando conosce Dean, grande ex giocatore di baseball, con gravi problemi di rinascita, con il quale finalmente riesce ad aprirsi e a scuotersi dalla catalessi mentale in cui era caduta. Tra loro nasce una scintilla di complicità che alla fine diventa affetto e amore.
Ma Eddie “non può e non vuole essere felice”. Ha paura della felicità e, seppur inconsapevolmente, scava tra loro una sorta di baratro fatto di incomprensione che logorerà irrimediabilmente la loro storia.
Dean torna a New York, Eddie vende la grande casa, dove viveva con il marito, ne compra una più piccola con vista mare e si prende un cane.
Tutto, seppur ammettiamolo con un certo rammarico, perché alla fine ci piacciono le storie a lieto fine, potrebbe finire così. Ma la Holmes, ci riserva una sorpresa.
La suddivisione delle stagioni che cambiano ci fa capire che “l’acqua scorre sotto i ponti” mettendoci di fronte alla realtà che i due personaggi possono e devono cambiare. Entrambi riconoscono i propri errori uscendo dal bozzolo che li inchiodava nella solitudine e riescono a vivere la loro storia d’amore come una rivincita, lasciandosi il passato alle spalle.
Una storia d’amore inusuale e diversa, profonda e leggera che non cade mai nell’eccesso e si lascia leggere piacevolmente.
Linda Holmes è una voce nota del panorama radiofonico statunitense, nonché conduttrice del fortunato podcast “Pop Culture Happy Hours”. Nel tempo libero, guarda commedie sentimentali, fa il pane in casa, osserva i nipoti diventare più alti e si diletta a lavorare a maglia. Romanzo d’esordio e subito bestseller del New York Times, Non c’è niente di male a essere felici, è la storia romantica dell’anno, in corso di pubblicazione in sedici paesi.