Recensione: Nella testa di un gatto – Una svolta epocale
Nella testa di un gatto
di Jessica Serra
Carocci editore
(pubblicato in Francia nel 2020)
Il gatto convive con l’uomo da circa diecimila anni (il cane da trentamila). Una convivenza non facile, che ha conosciuto alti e bassi.
Venerato presso i babilonesi e, innalzato a divinità presso gli egizi, ignorato poi dai greci e amato dai romani, usato come cacciatore di topi nelle navi inglesi e perseguitato nel continente europeo dal basso medioevo fino al Settecento perché associato al diavolo, rischiando l’estinzione, il gatto oggi è divenuto una presenza fondamentale nella vita di milioni di persone. E anche l’animale più popolare del web.
Eppure, data la sua natura poco collaborativa, non è tra gli animali più studiati e conosciuti. Per questo, Nella testa di un gatto dell’etologa Jessica Serra per i tipi di Carocci, 2024, supplisce alla nostra scarsa conoscenza, rivelandoci un vero e proprio mondo, quello felino, dove la percezione dei colori, odori, sapori, dello spazio, della comunicazione, dei muscoli corporei, dei riflessi, del senso del tempo, della riproduzione, dei sentimenti è completamente diversa dalla nostra.
Il volume, già dalle prime pagine, si presenta come un libro appassionante e stimolante anche per chi, come me, non ha un feeling particolare con i felini. In particolare, ci fa riflettere sull’antropocentrismo che marca la nostra concezione e percezione del mondo, e al quale siamo inconsapevolmente assuefatti.
L’etologia è la scienza che studia il comportamento animale (di cui l’antropologia fatica ancora a considerarsi una branca). Iniziata sistematicamente da Aristotele e dalla sua scuola, dopo secoli di abbandono, questa scienza ha ripreso vita nella seconda metà del XIX secolo, quando l’affermazione di Descartes per cui gli animali sono macchine meccaniche che rispondono automaticamente per riflesso agli stimoli esterni, quasi del tutto privi di memoria e sentimenti, ha cominciato a essere messa in discussione. Da quel momento, l’etologia è progredita su due fronti principali: il primo è lo studio degli animali in sé, per conoscerli e capirli meglio, il secondo è lo studio degli animali per capire meglio l’uomo.
Apprendiamo dal libro che, negli ultimi anni, c’è stato un salto di qualità negli studi e nella capacità di comunicare con gli animali e comprenderne i sentimenti e la natura dell’intelligenza. L’imponente apparato di note e rimandi ad articoli internazionali sui test e studi sul gatto, non intacca mai lo stile divulgativo dell’autrice, già conosciuta in Francia per altri libri sugli animali e volto noto della televisione.
Il libro risponde a molte piccole e grandi curiosità sui riflessi dei gatti, su come giocano, amano, sui loro sensi (quali colori vedono, quali sapori distinguono, quali suoni sentono), sul perché sono così agili e sopravvivono alle cadute, sulla loro pericolosità (ci ucciderebbero e mangerebbero se fossero grandi come tigri?), sulla loro personalità, sulle abitudini in relazione all’ambiente, sulla natura del loro cervello (sono più o meno intelligenti dei cani?), sulla loro socialità e sui loro sogni, sulla procreazione e affettività, sul rapporto con altri animali, sul loro dolore.
E ancora: sulla loro musica preferita – apprendiamo, incredibile!, che molti animali preferiscono la musica classica, ma i gatti adorano il rock! –, sulla loro reazione trovandosi di fronte a uno specchio, sulla loro percezione del tempo, sull’influenza dell’ambiente sulla loro personalità, sulla paura, sul loro machiavellismo (sono furbi?), sulla loro depressione, sul modo di percepire le emozioni, sul loro comprendere le emozioni umane, sulla consapevolezza della morte, sulla coscienza di sé, sull’apprendimento. Il tutto con ampio ricorso ad articoli che fanno riferimento a esperimenti e studi scientifici e facendo continuamente parallelismi con altri animali.
Uno dei messaggi più interessanti del libro è la prospettiva di uno scenario prossimo venturo in cui l’essere umano riuscirà davvero a comunicare con gli animali in modo molto più approfondito. Sarà una svolta epocale, che implicherà un’autentica rivoluzione del nostro modo di stare al mondo e percepire la vita. Jessica Serra ce lo dice chiaramente: non bisogna guardare il cielo in attesa che arrivino gli alieni per un incontro del terzo tipo. Gli alieni sono già qui, sono gli animali. L’etologia, ci rivela questa brillante autrice e ricercatrice, è una scienza agli albori. È ancora tutto da scoprire.
Jessica Serra è etologa specializzata nella cognizione degli animali e conduce sia attività di ricerca che di divulgazione. Ha studiato in particolare il comportamento dei mammiferi, mettendo a punto particolari tecnologie di tracking che seguono lo spostamento degli animali domestici fuori dal domicilio. Consulente scientifica di molti documentari, per la televisione francese ha co-condotto la trasmissione La Vie secrète des chats.