Recensione: Mogol-Battisti. L’alchimia del verso cantato: arte e linguaggio nella canzone moderna
Mogol-Battisti.
L’alchimia del verso cantato:
arte e linguaggio nella canzone moderna.
di Gianfranco Salvatore
Edizioni Mimesis
Le parole sono pietre dice Carlo Levi già nel titolo del suo romanzo, per dirci che le parole non rotolano via, ma scavano e restano dentro di noi, siano esse dette oppure ascoltate. A volte bastano un sì o un no per condizionare un pensiero, un’emozione, per cambiare il mondo o farlo rimanere come è sempre stato. Il dibattito sulle parole è sempre stato vivo in ambito letterario e anche in quello musicale; il 2024 si chiude con l’esclusione del trapper Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma a causa dei suoi testi e con la divisione del mondo artistico tra chi addita un tentativo di censura e chi invece crede l’arte non debba allontanarsi dall’etica, soprattutto in questo periodo di forti rivendicazioni di genere. Quasi per un segno del destino, esce nello stesso anno Mogol-Battisti. L’alchimia del verso cantato: arte e linguaggio nella canzone moderna. di Gianfranco Salvatore curato da Edizioni Mimesis, arricchita dalla prefazione di Mogol, uno tra i più grandi parolieri della canzone italiana.
Gianfranco Salvatore offre al pubblico una guida ben articolata sul valore delle parole e di come nelle canzoni esse riflettano la melodia e le emozioni che ne scaturiscono. Questa fusione tra musica e parola è la caratteristica che ha reso la collaborazione di Lucio Battisti con Mogol una delle pietre miliari del panorama musicale italiano con canzoni che ancora suscitano sensazioni talmente forti da renderle capaci di sfidare le mode e il tempo. Cosa le ha rese così indistruttibili? È lo stesso Mogol che lo dice nella sua prefazione, quando ammette che quello che creava non nasceva dalla cultura, ma solo dall’istinto perché si sentiva “guidato dal senso della musica”.
Mogol descrive così una sintonia di anime artistiche che nel loro cammino si incontrano e, anche se non sono destinate a continuare il loro percorso insieme per sempre, quello che fanno durante la loro collaborazione rimane impresso e indelebile. Gianfranco Salvatore analizza in modo scrupoloso le canzoni di quel sodalizio artistico che rappresentò un momento di particolare cambiamento nella musica italiana.
Ogni capitolo ne approfondisce un aspetto, ne ricrea le atmosfere politiche e culturali con i loro protagonisti, le difficoltà tecniche e le sperimentazioni linguistiche, i sentimenti e i pensieri, le certezze e le titubanze, ma tutto si riunisce in una sola espressione: è la musica che fa il verso.
In quest’opera, Salvatore dimostra come una sola parola possa rendere esplicita l’emozione di un accordo, della melodia, e come quando, posta al punto giusto, possa dare sensazioni intense, commuovere, creare atmosfere, ma anche illudere, impaurire, rendere vivi i nostri fantasmi o i nostri unicorni.
Nella narrativa questo è possibile con strutture semplici o complesse, con digressioni e spiegazioni, ma nella canzone questo non è possibile, la responsabilità del paroliere e del compositore sono alte, perché nelle note e in poche parole possono trasmettere un messaggio unico. Battisti e Mogol hanno colto insieme questa responsabilità per lasciarci emozioni che catturano intere generazioni ad ogni ascolto.