Recensione: "Milano in mano", molto più di una guida - l'essenza della città meneghina Recensione: "Milano in mano", molto più di una guida, l'essenza della città meneghina

Recensione: “Milano in mano”, molto più di una guida – l’essenza della città meneghina

Recensione: "Milano in mano", molto più di una guida - l'essenza della città meneghina Recensione: "Milano in mano", molto più di una guida, l'essenza della città meneghinaQuando si scrive una guida, oltre a una approfondita conoscenza dell’argomento, sono richieste completezza e autorevolezza. in Milano in mano (Mursia), che definire “guida”, credetemi, è riduttivo, contiene tutti questi ingredienti e persino uno in più: l’amore.

Amore è quello di Guido Lopez, colui che sessant’anni fa si è inventato Milano in mano, amore è quello di Fabio Lopez, suo figlio, che con grande sensibilità decide di continuarne l’opera, raccogliendone l’ideale testimone dopo la scomparsa, avvenuta nel 2010. L’amore di Guido, va detto, è stato ricompensato, anche per il suo lavoro in importanti giornali e riviste con sede nella città meneghina, con l’Ambrogino d’oro del Comune e la Medaglia d’oro della Provincia.

Pià di una guida, dicevamo, perché in Milano in mano c’è tutta la storia di Milano, raccontata con un evidente richiamo al passato, a una città che ha subito profonde e frequenti modifiche, senza mai indulgere alla nostalgia. Ci sono quattordici itinerari che abbracciano venti secoli, con riferimenti urbanistici, artistici, storici e architettonici, capaci di incuriosire anche chi Milano pernsa di conoscerla bene e scoprirà invece che molte sono le cose che gli sfuggono.

Facendosi prendere per mano dalla narrazione di Milano in mano sarà possibile ricostruire la storia di Milano città d’acqua, straordinaria testimonianza di ingegno e capacità di sviluppo economico, così come realizzare passeggiate estemporanee lasciandosi rapire dalle mille attrazioni nascoste dietro ogni angolo. Milano, del resto, sa far convivere la sua spiccata modernità con scorci quasi paesani e questo è uno degli ingredienti del suo indiscutibile fascino.

Descrivere le trasformazioni urbane non può prescindere da un excursus storico che va “dall’Impero al Comune, alle Signorie, attraverso la lunga età delle pestilenze e delle dominazioni straniere fino alle Cinque Giornate, dai bombardamenti all’aprile del ’45, dal Sessantotto a Tangentopoli e al nuovo millennio”, come recita la scheda editoriale del volume. La storia è protagonista senza mai essere invadente, nella logica di un racconto allo stesso tempo leggero ed esaustivo.

Milano in mano ha poi un posto speciale per i personaggi che hanno, in momenti differenti, dato lustro alla città: da Sant’Ambrogio a San Carlo Borromeo, dai Visconti agli Sforza, da Leonardo a Bramante. Grazie all’apporto del coautore Silvestro Severgnini, anch’egli venuto a mancare (nel 2006), sono presenti anche grandi musicisti come Verdi e Toscanini così come illustri letterati, dal Beccaria a Manzoni.

Credo sia necessario precisare che, a dispetto del titolo, Milano in mano non è una guida tascabile nè di piccolo formato. Il volume è realizzato con una carta patinata di ottima qualità e un formato generoso, a scapito della portabilità. Si tratta, però, del prezzo da pagare per un’edizione che vuole trasmettere il proprio valore sin dall’aspetto tattile.

Una menzione per il materiale visivo: foto ottimamente realizzate e di grande impatto e valore storico sono affiancate da utili ed efficaci cartine, che ci possono accompagnare nei percorsi proposti coadiuvandoli e regalando un colpo d’occhio fondamentale per orientarsi all’interno della città.

Perchè, sì, persino nell’era di Google Maps, c’è ancora posto per una buona cartina.

 

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *