“Manufatti del dissesto” Poesie di Gabriele Borgna Cleide, Collana di poesie diretta da Giancarlo Pontiggia e Cinzia Demi Edizioni Minerva
Perché leggere poesie? La poesia ci rende più partecipi al testo, ogni volta che la rileggiamo ci rivela aspetti nuovi, ci rinnova. Essa stessa muta col tempo, secondo i valori che ancora è in grado di esprimere.
Gabriele Borgna con “Manufatti del dissesto” contribuisce a questa intensità comunicativa. La sua poesia è chiara, di facile lettura poche sono le note esplicative dei versi, ci sono invece quelle che riguardano i luoghi, i modi di dire dialettali e degli antichi proverbi liguri.
La moderna poesia di Borgna testimonia con i suoi versi, i reali “DISSESTI” avvenuti nella terra di LIGURIA, dove lui attualmente vive, e i “DISSESTI” dell’animo umano come conseguenza dei primi: tutti noi siamo fatti in un certo modo, abbiamo un nostro carattere naturale, così come l’hanno la terra e i luoghi in cui viviamo. Dobbiamo riuscire a conciliare queste due condizioni UOMO & NATURA.
…E fare in modo che ciò che crea l’uomo non soffochi la natura, questo è un problema morale che crea incertezza (dissesto) su ciò che ci è indispensabile, l’indispensabile dipende dalla nostra cultura, dalle tradizioni, dall’ambiente e dai nostri interessi anche religiosi.
“Era tutto un cercare qualche forma di aderenza quel mio stare a lato fissando le macerie, una guerra di posizione sul fronte dell’abisso. Incominciavo a finire costruendo respiri.“
La natura non è un luogo a parte, estraneo all’uomo, la fine dei versi a conclusione del “Manufatto” ricerca le origini con un sentimento nostalgico:
“…Portando sulla pagina murmuri ed echi della Riviera che pur sempre resta quella di Boine, Novaro, Sbarbato, Montale…E dentro la quale si muove la vita di mio figlio…che imparerà dai luoghi e dagli elementi, se saprà ascoltarli, piuttosto che dagli uomini tutti…”
“Dammi il sole degli anni che innerva le piazze, l’incoscienza del volo, gli sberci e le ginocchia brunite. Hai sulle labbra la gioia di tutto ciò che vive in campo aperto, soltanto per sé. Continua a parlare coi sassi-rimani dove sei, ascolta come si colma la distanza di questo conto alla rovescia.“
Le poesie sono legate dall’elemento unificante del disagio esistenziale e della sofferenza interiore raffigurate tramite aspetti paesaggistici poco rassicuranti, filtrati dalla soggettività. Quasi il “paesaggio stato d’animo” del Petrarca, sebbene Borgna privilegi e amplifichi il suo dissidio interiore. Rilevante è la presa di coscienza di dover resistere alle avversità cercando in tutti i modi di raggiungere la pienezza vitale, nonostante le spinte disgregatrici rappresentate dal disordine umano e dall’ostilità e dalla furia degli elementi naturali.
Gabriele Borgna (Savona, 1982) vive a Porto Maurizio (Imperia). Del 2017 è la silloge d’esordio Artigianato Sentimentale (Puntoacapo Editrice, prefazione di Giuseppe Conte), presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino e al Festival Internazionale di Poesia di Genova. È curatore del Concorso Internazionale di Poesia Parasio – Città di Imperia, e membro del comitato scientifico del Festival della Cultura Mediterranea. Suoi testi sono presenti in antologie, riviste e siti letterari italiani ed esteri. Manufatti del dissesto è il suo secondo libro di poesia.
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