Recensione: "L'irresistibile simmetria della vendetta" - Un giallo nel giallo Recensione: "L'irresistibile simmetria della vendetta" - Un giallo nel giallo

Recensione: “L’irresistibile simmetria della vendetta” – Un giallo nel giallo

Recensione: "L'irresistibile simmetria della vendetta" - Un giallo nel giallo Recensione: "L'irresistibile simmetria della vendetta" - Un giallo nel gialloL’irresistibile simmetria della vendetta
di Rosa Mogliasso
Salani Editore

Come scrivere un giallo perfetto?
Il giallo è il romanzo dell’osservazione e dell’attenzione per antonomasia perché proprio grazie a queste due doti il detective può risolvere il caso, e il lettore con lui.
Osservazione e attenzione sono due caratteristiche di Amanda, la protagonista del romanzo, scrittrice di gialli, insegnante di scrittura, personaggio che trasforma il testo in un metagiallo, un giallo nel giallo.

Cosa c’è di più giallo del giallo?
Di domanda in domanda, come in un interrogatorio poliziesco, si avanza nella lettura sottilmente ironica, velata di sarcasmo, scanzonata e a tratti malinconica. Una vera scoperta questa autrice, che di parola in parola costruisce e poi scompagina il racconto.
“Amanda, ormai. si svegliava tutte le mattine con pensieri di vendetta. Pensieri che diventavano perentori verso metà pomeriggio, quando la giornata declinava inarrestabile insieme al sole ad occidente.”
Amanda all’anagrafe si chiamava Amata, ma poi aveva deciso di cambiare il suo nome in virtù di una disposizione d’animo ad amare gli altri, il mondo intero… Poi però col tempo qualcosa non era andato per il verso giusto.

Ora lo stato d’animo costante che la agitava era questa perenne sete di vendetta, anche per le cose più minute, anche ad esempio, verso i padroni dei cani castrati…
“Meglio morire o vivere senza palle? Si chiedeva Amanda, che era stata Amata, e che, a questo punto della vita, era certa di aver sopravvalutato se stessa e pure il gerundio. Meglio morire, o quantomeno uccidere, si rispondeva.
E come autrice di gialli Amanda uccidere poteva.”

Amanda ha smesso di esser buona da tempo, ferita da un matrimonio andato male, un compagno in fissa senile per il tango, una carriera di scrittrice di gialli mai decollata, e quei cinquant’anni poi, che continuamente le presentano il bilancio dei suoi fallimenti.

Nel frattempo che qualcosa accada Amanda insegna in un corso serale di scrittura. I suoi allievi sono una finestra sul mondo con tutto il grottesco e l’amaro che lo accompagna: Rutger, l’aitante tennista; Vanessa, la milf pettinatissima; Giovanni, il romantico ottantenne; Ludovica, l’agente letteraria invadente e Agnese proprietaria della libreria e coordinatrice del gruppo di scrittura. I rapporti e le relazioni tra i vari personaggi si infittiscono e intricano parallelamente al procedere del romanzo giallo collettivo che essi stanno costruendo.

Un metagiallo dicevamo, dove, mentre la storia accade, tutti i congegni narrativi che fanno funzionare perfettamente un giallo vengono mostrati e poi disattesi..

Come scrivere un giallo perfetto allora? Per scrivere un giallo perfetto il colpevole, che può essere uno qualunque dei personaggi, anche uno minore, deve essere presente nella storia fin dall’inizio perché il lettore possa mettersi da subito sulle sue tracce.

Per questo non ci possono essere errori nella trama e tutto è organizzato dall’autrice nei minimi particolari.
Il lettore e i personaggi del romanzo hanno le stesse possibilità di risolvere l’enigma perché tutti gli indizi sono a disposizione e, collegati logicamente, portano alla soluzione. Questo non significa che sarà semplice districare la matassa narrativa. ma solo che sarà estremamente divertente.
Divertente soprattutto sarà scoprire che, paradossalmente, l’autrice pur fornendoci tutte le armi, anzi proprio per questo, ci depista inesorabilmente.

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