Recensione: “Le dame del Faubourg” – La capacità di “prendersi cura”
Le dame del Faubourg di Jean Dewo, edito da 21lettere, è un avvincente romanzo storico, ambientato nel Faubourg Saint-Antoine, uno dei più antichi quartieri parigini.
Dal momento che l’autore è nato e vissuto proprio in quel quartiere, il racconto è caratterizzato da una enorme ricchezza in dettagli storici, geografici, usi e costumi della popolazione locale all’epoca descritta.
Con un bastone da apprendista falegname e un piccolo fagotto di abiti consunti, il giovanissimo Jean Cottion si trasferisce nella capitale francese.
La sua bravura nell’arte del legno, la sua umile laboriosità e la sua educazione, gli consentiranno di godere della protezione della badessa Jean IV, madre superiora di un convento intorno a cui ruota la vita economica e sociale del quartiere.
Jean Cottion prenderà in moglie la figlia di un altro famoso ebanista e intorno alle generazioni a lui successive, si snoderanno racconti contestualizzati all’interno del periodo rinascimentale.
Il libro racconta di epidemie, eventi storici importanti della Francia e citerà personaggi illustri del Rinascimento, che hanno sfiorato o determinato la vita dei parigini del quartiere.
L’apertura a ventaglio del romanzo non riguarda solo le generazioni successive a Jean, ma anche, attraverso il racconto della loro evoluzione, l’espansione economica e artistica del lavoro operato sul legno, il vero perno del racconto.
Le donne diventano il ricamo meraviglioso di questo ventaglio con il loro operato, il loro coraggio e la loro dedizione alle famiglie, ma anche con lo sviluppo di innovazioni, il mantenimento delle relazioni pubbliche e la loro gioia di vivere nonostante le avversità.
Le donne nel romanzo sono mostrate non sullo sfondo, ma come vere e propri elementi umani trainanti.
Il concetto di cura è l’elemento che emerge da questa lettura e che la rende piacevole e rilassante.
Jean con la sua delicatezza e la capacità di prendersi cura tanto del legno quanto dei rapporti umani e della famiglia mi ha ricordato mio padre, che lavorava il legno per puro piacere.
Ricordo le sue mani morbide e la pacatezza nel lavorarlo.
Conosco molto bene dunque questa capacità di “prendersi cura”.
Quando si possiede tanto amore, esso, tra le tante forme, riesce a forgiare anche quelle nel legno.