Recensione: “Le avventure di Bitzy e Betzy” - e la magia dei gatti Recensione: “Le avventure di Bitzy e Betzy” - e la magia dei gatti

Recensione: “Le avventure di Bitzy e Betzy” – e la magia dei gatti

Recensione: “Le avventure di Bitzy e Betzy” - e la magia dei gatti Recensione: “Le avventure di Bitzy e Betzy” - e la magia dei gattiLa conoscenza parla ma la saggezza ascolta”

Jimi Hendrix

Questo è “Le avventure di Bitzy e Betzy” di Maria Rosaria D’Alfonso (Ibiskos Ulivieri Edizioni), figlia di italoamericani, dirigente scolastica presso l’I.C. Antonio Montinaro di Roma, Ambasciatrice ESHA (European School Heads Association).

Non solo favole, ma il desiderio di trasmettere ai più piccoli un messaggio, un insegnamento affinché da grandi possano essere donne e uomini consapevoli dei valori che stanno alla base di tutto. E quale modo migliore se non attraverso le avventure di due piccoli micetti, tanto diversi fisicamente e caratterialmente, ma sempre insieme e legati con un filo indissolubile di fiducia e amore alla loro “mamma” umana Donna Francesca?

In un modo o in altro, Donna Francesca era sempre in compagnia dei suoi amorevoli gattini. Giammai l’avrebbero lasciata in solitudine. Li legava un amore sottile, un sentimento profondo ed ematico, che contava più di ogni altra cosa, più della semplice voglia di avere qualcuno a questo mondo per riuscire a vincere la noia e la tristezza. [….] Non ci deve essere una ragione, né un motivo particolare quando si ama. Lo diceva un tale William Shakespeare”.

Tanti sono i temi trattati, come l’amore, l’amicizia, il rispetto, la superstizione che porta all’esclusione, la diversità.

Imparare a saper accogliere, soprattutto chi non è come noi, imparare ad affrontare le avversità con coscienza e no con colpi di testa.

Un giorno Bitzy e Betzy erano scomparsi di nuovo. Donna Francesca era ancora una volta disperata.Pertanto, contò fino a dieci: decise di calmarsi e di ragionare. I piccoli felini avrebbero saputo reagire a tutte le eventuali provocazioni e alle insidie presenti in quella giungla. Lo avrebbero fatto con il buon senso e nel tenere sempre presente il buon esempio, come arma sottile, avversa a “lu pisciu granni” provocatore. Magari sarebbero ricorsi a un pò di astuzia e al buon tatto della diplomazia: il fuoco non sempre si combatte con il fuoco. In tal modo, avrebbero indubbiamente superato le prime battaglie e poi avrebbero vinto tutte le guerre; in tal modo sarebbero sopravvissuti, felici e contenti, o per meglio dire saggi e soddisfatti”.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *