Recensione: L’arte della scoperta – Scavare nel passato nell’Europa del Rinascimento
L’arte della scoperta
Scavare nel passato nell’Europa del Rinascimento
di Maren Elisabeth Schwab, Anthony Grafton
Carocci Editore
Il libro a quattro mani “L’arte della scoperta”, di Schwab e Grafton, è un affascinante viaggio nell’Europa del Rinascimento e ci conduce in abbazie, cunicoli sotterranei, chiese e dimore fiabesche, alternando storia e leggende legate al ritrovamento di reliquie e oggetti di vario tipo, alcuni profani e altri sacri, da parte degli antiquari.
Gli autori, non solo ci rendono edotti sui metodi e le tecniche utilizzate, ma, con le loro descrizioni accurate, ci fanno “vedere” capolavori del mondo classico, che sono venuti alla luce grazie all’amore degli antiquari rinascimentali per l’antichità. Essi, che “inseguirono il passato perché animati dalla passione”, nell’esaminare gli antichi testi, non agivano da soli, ma si facevano aiutare da professionisti di vario tipo, come artigiani, sommozzatori, ecclesiastici, umanisti,poeti, notai, ecc. “Arte” e “Scoperta”, le due parole chiave presenti nel titolo, fanno comprendere come e perché le loro attività di ricerca abbiano contribuito alla nascita dell’archeologia moderna e all’arte rinascimentale, non per niente vengono citati artisti immortali di quel periodo, come Leonardo, Cellini, Michelangelo o Poliziano.
Sono molti i reperti rinvenuti dagli antiquari e descritti dagli autori del libro, corredato da molte illustrazioni ad essi relative (il Laocoonte, i sotterranei della Domus aurea di Nerone, le ossa di Tito Livio, il Titulus della Vera Croce, la Sacra Tunica di Gesù), stimolando la curiosità del lettore e facendogli venire il desiderio di andare a vederli di persona.