Recensione: “La sedia del diavolo”, una graphic novel su natura ed energia pulita
La sedia del diavolo (Douglas Edizioni) è un fumetto in omaggio alla Contemplazione, quell’attitudine capace di metterti in contatto con la natura sottile di tutte le cose, l’Anima Mundi.
Il mondo delle cose che ci circondano è solo una delle realtà a cui possiamo prestare attenzione. E le cose stesse che ci circondano sono come dei portali, che permettono di accedere a livelli ulteriori della conoscenza.
Esiste un mondo al di sotto delle cose. Platone lo chiamava “mondo delle idee”, per Hillman era il mondo infero dell’Anima.
Non è sbagliato dire, quindi, che c’è un qualche tipo di profondità in tutte le cose. Un qualcosa che potremmo definire “Anima del Mondo” o “delle cose”. Un senso, una forza, una vis (un vitalismo) che esprime qualcosa in più di quel che si può percepire immediatamente. Qualcosa che richiede tempo e contemplazione.
Contemplazione che il piccolo Michele dedica ai ruderi di un’antica torre immersa nel paesaggio del paesino di Montecorvino in Puglia, dove trascorreva anno dopo anno le sue vacanze.
Questi ruderi hanno un fascino magico, cambiano forma a seconda del punto di osservazione, fino ad assumere in una particolare prospettiva la tipica sagoma di un trono medievale, a cui la fantasia popolare dà nome di sedia del diavolo.
Perdendosi nella contemplazione, Michele rivive storie fantastiche di antichi cavalieri.
La sedia del diavolo assiste allo scorrere del tempo e della storia nel paesaggio pugliese e sarà protagonista di un immaginario dialogo di denuncia contro l’invasione di strutture che deturpano il paesaggio naturale.
Il fumetto è anche la storia del Tempo, del variare delle cose intorno e dentro di noi, così, attualizzando il racconto, si colora in sapienti acquerelli.
Il mutare dello stile dei disegni dal bianco e nero al colore, crea un gioco di contrasto tra passato e presente, tra realtà e memoria o immaginazione.
Con leggerezza l’autore tocca un tema scottante che è quello della ricerca di fonti di energia pulita e il loro inserimento in un contesto adeguato.
Nell’ottica dello sviluppo sostenibile, la tutela del patrimonio costruito, dei paesaggi naturali e antropici dovrebbe essere un obiettivo importante da tener presente in tutte le valutazioni inerenti alla produzione di energia verde. Gli interessi legati alla produzione di questa energia non giustificano in nessun caso la subordinazione di quelli riguardanti i siti significanti.
Quanti impianti eolici è in grado di sopportare il paesaggio? È possibile curare un inserimento non violento di un impianto eolico ? Dove si situa il livello di saturazione per la popolazione? Queste sono soltanto alcune delle domande alle quale presto o tardi bisognerà dare una risposta.
Nell’attesa di risposte autorevoli, Massenzio sceglie di chiudere con un lieto fine il suo racconto.
Il volume è introdotto da Antonello Vigliaroli, responsabile SPLASH! Archivio ‘Andrea Pazienza’. Mentre Francesca Romana Capone lo completa con una breve storia della Sedia del Diavolo, dalla sua costruzione nell’XI secolo ad oggi.
Germano Massenzio è nato a Napoli dove vive e lavora come fumettista, illustratore e docente. Laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, lavora da diversi anni come freelance per case editrici, giornali e tv. Ha partecipato a diversi concorsi e mostre nazionali ed internazionali.
Con l’opera “15 agosto” è stato selezionato nella categoria “miglior storia breve” del Premio Gran Guinigi al Festival Internazionale del Fumetto di Lucca Comics and Games 2013 ed è risultato finalista al Premio Attilio Micheluzzi del Comicon, XVI Salone Internazionale del Fumetto di Napoli.