Recensione: “La rottamazione di un italiano perbene”, Carlo Buccirosso “tartassato” dalle tasse
Può Equitalia far uscire di senno un italiano perbene?
Nello spettacolo La rottamazione di un italiano perbene (visto alla Sala Umberto), Carlo Buccirosso interpreta Alberto Pisapìa, ristoratore di professione, che gestisce un ristorante di periferia ormai sull’orlo del fallimento. Sposato con Valeria Vitiello, donna sanguigna dal carattere combattivo, è padre di due figli Anna e Matteo, la prima anarchica e irascibile, l’altro riflessivo e pacato.
Alberto vive ormai, da quasi quattro anni, una situazione di grande disagio psichico che negli ultimi tempi ha assunto la conformazione di un vero e proprio esaurimento nervoso. Infatti, un po’ a causa della crisi economica del paese e della propria attività di ristorazione di riflesso, e anche a seguito di una serie di investimenti avventati consigliati dal fratello Ernesto, suo avvocato e socio in affari, Alberto si è ritrovato a dover combattere una personale disperata battaglia contro gli attacchi spietati dell’Equitalia che, con inesorabile precisione lo colpisce quasi quotidianamente nella quiete della propria abitazione, ormai ipotecata da tempo, con cartelle esattoriali di tutti i tipi, di tutti generi, di svariate forme e consistenza.
E ben poco sembra poter fare l’amore quotidiano di sua moglie Valeria e dei suoi due figli, tesi a recuperare la lucidità di Alberto attraverso l’illusoria rappresentazione di una realtà ben diversa da quella che logora ormai da tempo la serenità dell’intera famiglia Pisapia. Ed un altro grosso problema contribuirà a peggiorare ancor di più la malattia di Alberto, un cancro indistruttibile che neppure la medicina più all’avanguardia sarebbe stata in grado di debellare: la malvagità di sua suocera Clementina, spietato ed integerrimo funzionario della agenzia delle Entrate.
Soltanto un miracolo avrebbe potuto salvare l’anima di Alberto, posseduto irrimediabilmente da orribili pensieri di morte… farla finita con la propria vita, o con quella di sua suocera? Un incubo dal quale potersi liberare solo grazie all’amore della moglie Valeria, e dei figli Anna e Matteo, che si prodigheranno per salvare la vita di un onesto contribuente di questa Iniquitalia.
La rottamazione di un italiano perbene è un’opera corale. Buccirosso è bravissimo, sia nella recitazione che nella presenza scenica, ma lascia sapientemente spazio agli altri attori, senza soffocarne le qualità trasformando lo spettacolo in un one man show. La sceneggiatura deve moltissimo alla tradizione della commedia napoletana e questo è un grande pregio: l’attore partenopeo piazza in maniera astuta solo qua e là qualche battuta più “facile”, destinata al pubblico intervenuto sulla scia dei film di Salemme. Non manca qualche “graffio”, ivi compreso il “politicamente scorretto” riguardante la bonaria presa in giro dei difetti fisici di alcuni personaggi.
Una menzione particolare per Donatella De Felice, di cui il pubblico potrà apprezzare anche le doti canore. Del resto, oltre che attrice di teatro, è performer di musical, ballerina, doppiatrice, cantante, speaker radiofonica.
Lo spettacolo è diviso in due atti per una durata complessiva di due ore, che letteralmente volano grazie al ritmo scenico e alla capacità di coinvolgere del protagonista (ma non solo). Ottimo l’uso delle scenografie che consente una pausa di intervallo di durata assolutamente accettabile.