Recensione: La poesia di Giuseppina Scotti - 'Tristezze indicibili in Luce' Recensione: La poesia di Giuseppina Scotti - 'Tristezze indicibili in Luce'

Recensione: La poesia di Giuseppina Scotti – ‘Tristezze indicibili in Luce’

Recensione: La poesia di Giuseppina Scotti - 'Tristezze indicibili in Luce' Recensione: La poesia di Giuseppina Scotti - 'Tristezze indicibili in Luce'La poesia di Giuseppina Scotti:

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Per capire l’opera di un poeta bisogna assaporarne più parti, girovagare tra i suoi versi e andare a ritroso nel tempo, seguendo la linea sottile delle sue emozioni. Per capire l’opera di Giuseppina Scotti ho sfogliato, letto, riletto più libri, per carpirne l’essenza dal confronto e dalle vibrazioni ricorrenti.

Giuseppina Scotti, poetessa Grossetana, affermata e riconosciuta a livello nazionale, ci presenta delicatamente il suo vissuto multicolore.
Una vita che trasluce spiritualità e che sovente ci traspare nebbiosa.  Una vita che si svolge tra pulsazioni d’acqua e brillantezza di stelle, in un percorso temporale ostile, a volte percepito dai lettori troppo veloce .
A momenti si sviluppa leggermente nostalgico, mentre a volte decisamente.
Scolpite nei suoi versi emergono emozioni trasportate da una natura benigna che però rimanda all’impotenza, come ispirata da note Leopardiane. Di fronte a quello che avrebbe potuto vivere, la poetessa ci rimanda l’allegoria della ‘Sabbia sfuggente’ .
Sembra quasi che il suo mare di solitudine le abbia strappato dalle dita il tempo. Il tempo di tutti noi.

E Il vento sembra inseguirla colmo dei suoi amori perduti, presenti e passati, si presenta colmo di pensieri nebbiosi e, nel cui svolgimento, si depositano fortunatamente attimi lucenti.
E allora il tempo nella mente del lettore s’intarsia di bagliori.
Attimi che colorano comunque e vivacemente la vita della scrittrice.

Lo scorrere del tempo si presenta talvolta ostile perchè all’improvviso l’abbandona sola. Quindi deduciamo che la madre terra si presenti in entrambe le facce di Benigna e maligna.
Una madre terra che ci immaginiamo spugna per Giuseppina ma che non riesce a trattenere l’amore . E le persone appaiono nelle poesie solo talvolta. La gente si intreccia a case piccole.
Le abitazioni sembrano distribuite in un perfetto casaccio, sui palmi delle colline maremmane, oppure su orizzonti umbri .
La storia ce la immaginiamo con Giuseppina come depositata sul passato.
Nelle poesie s’intravede il futuro di una donna-poetessa quasi antica.
Una donna dal potente sguardo su un futuro quasi inesistente, il non-futuro. Una donna ancora immersa nel passato accompagnato da ‘Piccioni furiosi’, un passato spesso avvolto nel buio, tra luci e ombre, a tratti malinconico.
La poetessa tra le righe spesso rinasce e ci suggerisce che ‘L’emozione lacera le apparenze’.
E ‘Il luccichio di rugiada’ salva il lettore dalla ‘Sera inondata di memorie lontane’.
Ancora un contrasto tra i sogni della notte e I lucenti granelli di sabbia.
Spesso solo attraverso la natura l’autrice riesce ad ancorare la sua vita alla verità, distogliendola dalla nebbia avvolgente, fino a farle raggiungere l’universo.

Nella notte di Giuseppina, con la compagna luna, sono presenti ombre ad avvolgere le anime assonnate di emozioni profonde.
‘La più dolce poesia’, le amiche ombre e le nuvole che diventano care al lettore, la narrazione delle montagne, il ricordo struggente di un amore avvolgono di Mistero lo svolgersi della sua poesia .

Sembra che un personaggio indefinito aleggi tra le righe.
Forse un amore ancora desiderato, avuto, ma sfuggito.
Ecco allora che anche l’addio acquista la dimensione dell’immensità.
E ‘La solitudine ricorda il tuo respiro ma senza volgersi indietro’.
Emerge da questa nuova poesia l’energia della vita, che finalmente trasforma ‘Tristezze indicibili in Luce’,
mentre l’acqua avvolge il lettore e lo immerge nel paesaggio.
La scrittrice, in una musicalità sorda, accompagna il lettore ‘Dalla pianura’ fino al ‘Mare furibondo’.
E noi, da lei illuminati, ci lasciamo accompagnare nel suo ‘Bosco di sentimenti’.
Con la scrittrice percorriamo cieli, ma ‘Quali cieli‘?  lentamente ci ritroviamo a volare agili con un’‘Azzurrina libellula’.

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