Recensione: “La libraia tascabile” – Le storie sono ciò di cui siamo fatti
La libraia tascabile di Cristina di Canio, edito da Giunti, è un romanzo d’amore: quello tra una libraia e i suoi libri che “somministra” come una vera e propria terapia ai clienti che ne chiedono per loro stessi o da regalare.
La libraia, attraverso una sorta di profiling psicologico fornito dal cliente, individua il libro giusto per lui o per la persona a cui dovrà essere donato, accompagnando il destinatario in passaggi cruciali della vita e riuscendo letteralmente ad entrare nelle sue tasche.
Ella appare come una sorta di confidente, una moderna Caronte che conduce con delicatezza, verso luoghi migliori del proprio essere, anime che vogliono evolvere.
La scatola Lilla, libreria della di Canio realmente esistente, non è solo un esercizio commerciale, ma è il paradiso dei lettori appassionati.
È un luogo, caotico e anticonvenzionale, in cui si incontrano libri e persone e nel corso di questa meravigliosa condivisione, talvolta è possibile incontrare perfino se stessi.
“Il disordine della mia scatola Lilla non è quindi mancanza di criterio, ma piuttosto un invito a perdersi, e in questo modo, a lasciarsi incontrare”.
Il romanzo della di Canio è appassionante: le storie dei lettori sono emotivamente coinvolgenti e umane.
La passione di questa libraia è incontenibile e sfocia in numerose attività, in cui i lettori protagonisti del romanzo sono coinvolti e che non hanno come fine il lucro, ma solo l’amore per la lettura, che diventa luogo di rifugio ma anche parte integrante della vita.
Prodiga di consigli di letture, l’autrice dona, nel finale del libro, una sorta di appendice con un elenco di tutti i libri menzionati nel romanzo, entrando di fatto nelle tasche del lettore, invogliato a proseguire nelle letture per non scendere mai da quella scala arcobaleno su cui con il romanzo, ha cominciato a salire, partendo dal gradino di colore Lilla, tanto caro alla di Canio.
Cristina è contagiosa, come può esserlo solo chi è affetto da una passione divorante e ha mollato tutto per viverla appieno.
“Guardo i volti dei miei clienti e dei miei amici, ciascuno dietro ai suoi pensieri eppure ciascuno qui, insieme agli altri, pronto a condividere questa Babele di storie di carne e di carta, disposto a credere nella possibilità di vite eroiche, dannate e assurde, in un dialogo che è nato con la vita umana e che non avrà mai fine, perché le storie sono ciò di cui siamo fatti e ciò di cui abbiamo bisogno”.
Hai acceso la mia curiosità : lo leggerò!