Vincenzo Sacco
La leggenda del Malombra
Edizioni Spartaco
La lettura del breve romanzo di Vincenzo Sacco, La leggenda del Malombra,
ha di gran lunga superato le mie aspettative di lettura per l’intensità della storia, colta e che trasuda amore per la terra natia e la sua Storia.
Il racconto s’inserisce bene nella tradizione di quelli di cappa e spada e ricorda, come lo stesso autore ammette nella sua nota finale, i telefilm di Zorro e i fumetti di Batman.
In effetti, le imprese avventurose di Leonardo Valentini, principe siciliano, sono tutte volte a rendere giustizia a chi giustizia non ha perché sopraffatto dallo strapotere mafioso e dai comuni malfattori: i polli per l’ appunto.
Come i Cavalieri, Zorro e Batman, il principe ha un suo costume d’azione, le sue armi letali e un suo destriero; in più un fedele amico a quattro zampe, Diavolo.
Le sue azioni si svolgono sempre dal crepuscolo in poi, perché lo scuro favorisce il suo muoversi come un’ombra proveniente da un altrove ultraterreno.
È l’eterna lotta fra il bene e il male, con un finale che solleva l’umore destinando il male lì dove dovrebbe sempre essere relegato.
Quanto alla storia d’amore che sembra, invece, non concretizzarsi nella direzione desiderata sia dal protagonista che dal lettore, c’è da immaginare che la bella e ignara Doriana, si sia innamorata del suo salvatore, non sapendo che il principe e il giustiziere sono la stessa persona; quindi, se ci sarà un seguito, come preannunciato dallo stesso autore, anche l’ amore, per il momento disilluso, trionferà.
Altra piacevole sorpresa è la scrittura, costellata, qua e là da parole prese in prestito dalla lingua siciliana. Agile, scattante, veloce, sintetica nel suo raccontare senza tralasciare nulla di ciò che nella narrazione è importante: periodo storico, luogo d’azione, descrizione degli ambienti e caratterizzazione dei personaggi.Tutto scorre e si manifesta sotto gli occhi del lettore, che ha la sensazione non più di leggere ma di assistere alla proiezione di un film.