Recensione: “La Germania al di sopra di tutto” – Il fraintendimento sull’utilizzo di über in Durkheim: denuncia, non approvazione
La Germania al di sopra di tutto
Émile Durkheim
a cura di Bruno Karsenti
traduzione di Elena Muceni
Editore Marietti 1820
La Germania al di sopra di tutto con sottotitolo “La mentalità tedesca e la guerra” è un testo di Émile Durkheim del 1915 e per molto tempo frainteso dai sociologi. Bruno Karsenti gli rende finalmente giustizia mostrando come in realtà il testo condanni il nazionalismo ed è in linea con la sociologia dell’autore volta a smascherare i pericoli reconditi nelle nostre società.
Il libro di Émile Durkheim curato da e con contributi di Bruno Karsenti, il quale è presente anche come autore aggiunto, è del 2017 e uscito in traduzione a gennaio 2022.
Esso rappresenta la prima traduzione italiana del testo del 1915 di Durkheim; si avvale anche della bellissima prima parte, nonché contributo originale, di Karsenti che scioglie ogni dubbio su eventuali fraintendimenti anche da noi, in Italia.
La questione del titolo in questa pubblicazione non è affatto banale.
Innanzitutto, perché il contributo/intervento di Karsenti contenuto all’interno di questa pubblicazione si interroga da subito se fosse stato più appropriato il primo istinto di intitolare l’intervento Durkheim e la guerra oppure l’attuale Durkheim e la Germania e più in linea con il tema di un convegno a cui Karsenti ha partecipato nel 2014 e da cui il suo scritto parte, ne è un estratto.
E in un certo modo ha senso perché per Durkheim parlare di Germania (del periodo) e parlare di guerra son quasi procedimenti simili come ben rilevato da Karsenti che ci avvisa così:
“Perché, qui, Durkheim parla della guerra unicamente per parlare della Germania. Non che la guerra funga da mero pretesto: ma è l’evento che rende necessario risalire alla realtà della Germania – quale egli la interpreta – come figura della coscienza collettiva europea e moderna, còlta in una delle sue alterazioni, che ha la guerra come fine essenziale. In termini più chiari: la guerra non è l’esito di una volontà della Germania – come se potesse liberamente sceglierla – ma piuttosto un’espressione della Germania. Ora, tutto il senso del discorso sta nel mostrare che quest’espressione deriva appunto da una patologia della volontà. Una patologia che l’ha sopraffatta, che l’ha colpita in modo tale che essa non può fare altrimenti.
Ma volere patologicamente, può ancora essere considerato come «volere»? Come vedremo, è questo, in conclusione, il nocciolo della questione”.
Nel libro, se ne intravede, infatti, la dinamica sociale di cui la guerra è solo un risultato.
E rimanda a una ferita percepita: quella della Germania come nazione incompiuta. Anche se, come rilevato, sarebbe meglio dire nazione deviata.
Da qui il senso di über riferito allo Stato percepito e che si percepisce come superiore o, meglio, distaccato rispetto agli altri Stati; e che si erge sopra ogni altra fonte di autorità.
Si smarrisce in un’ipostasi perché ha operato al suo interno un distacco su un triplice piano: politico, morale ed economico.
È su come la Germania si pensa e si ripensa che va inquadrato questo lavoro di Durkheim come ce lo propone Karsenti e che ricorda un po’ e vagamente quel principio morale di Kant rivisitato in modo patologico dal personaggio storico di Eichmann e sapientemente descritto da Arendt nella sua pubblicazione “La banalità del male”.
Über: come lo intendiamo? In queste pagine uno o più tentativi di risposta.