Recensione: “La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda” – Un passato recente, che sa di tempo presente
La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda
di Gianluca Falanga
Carocci Editore
Il terrorismo prende forma con una lotta di base politica, ma basata su violenze destabilizzanti come attentati dinamitardi o sabotaggi, impiegato, spesso, da gruppi clandestini rivoluzionari. Per questo è nato l’imperativo che con il terrorismo non si può trattare. Imperativo che però si è scontrato con una realtà fatta di azioni altrettanto destabilizzanti dei Servizi di sicurezza dei blocchi contrapposti, nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, periodo identificato come Guerra fredda, e che interagirono con vari gruppi terroristici creando una zona grigia di rapporti e negoziazioni.
“La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda” è un volume diviso in quattro sezioni principali, divise in varie sottosezioni, che ripercorre gli eventi storici tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80 del secolo scorso, individuando l’origine e lo sviluppo delle reti occulte che hanno legato i vari servizi di intelligence all’eversione europea e il terrorismo arabo-palestinese.
Un lato della storia internazionale su cui è stato detto molto, ma che ancora presenta aspetti da approfondire, districare, scandagliare.
Gianluca Falanga propone un’analisi approfondita e chiara di eventi e comportamenti cercando di fare luce sui motivi che li hanno determinati in un periodo storico in cui i Servizi segreti di fronti opposti, avevano chiuso il mondo in un conflitto silenzioso volto ad assoggettare e indirizzare la politica e l’ideologia dei paesi coinvolti.
Il volume mostra come alcuni di questi paesi divennero luogo di una battaglia fatta di operazioni clandestine, spionaggio, un sottobosco di azioni che, per quanto silenti, diventavano il surrogato di una vera e propria guerra. In altri l’intervento fu, invece, più forte e aperto tanto da sfociare in “operazioni paramilitari, rovesciamenti di governi o installazioni di regimi autoritari, tutte forme estreme dell’operare coperto”.
Falanga fa luce su questo scenario che si incrociò con lo sviluppo di formazioni terroristiche divise in blocchi così come lo era la politica mondiale. Infiltrati di Servizi segreti dell’est e dell’ovest, divennero veri e propri consulenti oscuri di gruppi terroristici, come le italiane BR o la tedesca RAF, che arrivarono ad “allenarsi” alla lotta armata urbana nei campi palestinesi di uno dei maggiori motori del terrorismo internazionale, la OLP.
Tuttavia, anche l’antiterrorismo creava contatti diplomatici con i rappresentanti delle varie forze protagoniste di questo scenario underground mondiale. In sintesi, un gioco di equilibri che oscillava di volta in volta da una parte o dall’altra, il tutto sorretto da una rete infiltrazioni e manipolazioni che si mescolavano a giochi di potere tutt’altro che trasparenti.
Soltanto dopo lo scioglimento della U.S.S.R. sono stati aperti e resi pubblici gli archivi tenuti segreti e ritenuti inviolabili fino ad allora. Da questi documenti, uniti a consistenti documenti internazionali visti attraverso un’abile capacità critica, Falanga ha composto questo volume chiaro e ben definito che, tuttavia, non si propone di chiudere un tema così importante, bensì di diventare il trampolino per lanciarsi alla ricerca di informazioni e notizie che facciano ancora più luce su un passato recente, che a volte sa di tempo presente.