Recensione: La casa del Nespolo - Il dolce di gelatina di Araki Recensione: La casa del Nespolo - Il dolce di gelatina di Araki

Recensione: La casa del Nespolo – Il dolce di gelatina di Araki

Recensione: La casa del Nespolo - Il dolce di gelatina di Araki Recensione: La casa del Nespolo - Il dolce di gelatina di ArakiLa casa del Nespolo
di Sonoko Machida
tradotto da Gala Maria Follaco
Giunti Edizioni

Fu il quartiere residenziale chiamato Utsukushigaoka, su una collina da cui si vede il mare, a convincerli, dopo aver girato in lungo e largo da soli e con svariati agenti immobiliari, che quello era il posto perfetto per loro. Si trattava di un quartiere di recente costruzione, risalente a circa venticinque anni prima, in cui vivevano attualmente più di novecento nuclei familiari.

È nel quartiere di periferia Utsukushigaoka che incontriamo la protagonista del romanzo di Sonoko Machida, La casa del Nespolo, ovvero la casa stessa che insieme alla coprotagonista, la signora Araki Nobuko, è testimone occasionale delle vite di chi la sceglie per trascorrervi un periodo di tempo. Come sul palcoscenico di un teatro sfilano attraverso le sue stanze personaggi molto diversi tra di loro, e noi lettori diventiamo spettatori di dolori, tristezze, speranze, sogni, e di ogni emozione che segna l’esistenza dei protagonisti, nei quali è facile identificarsi perché un poco ci appartengono.

La Casa del Nespolo è un romanzo contenitore di storie, unite tra loro da fili sottili e forti insieme. I racconti che lo compongono sono raccolti uno nell’altro e procedono con un andamento circolare che dalle ultime pagine conduce di nuovo il lettore al punto dove tutto ha avuto inizio. Ogni storia nel titolo riporta lo stesso sostantivo: casa. Ma, in ogni titolo, il sostantivo viene connotato da complementi diversi: La casa della fine, La casa dove si gioca a mamma e figli, La casa di chi aspetta la primavera, La casa dei mangiatori di sogni, La casa della felicità.

La casa in questione è sempre la stessa, quella bianca e grande nel nuovo quartiere di Utsukushigaoka, che si sta lentamente popolando. Nel suo giardino, dalla prima famiglia che la abita viene piantato un nespolo, che negli anni cresce, diventa un albero rigoglioso e grande. Insieme ai molti saporiti frutti dà anche alla casa una cattiva fama: si dice che porti sfortuna, proprio come la pianta del nespolo che la connota e la rende diversa dalle altre.

Ma le cose non sono mai come ci raccontano, almeno stando a quel che afferma Araki Nobuko, che insieme alla sua tartaruga Gan abita la casa confinante. Araki è un punto di riferimento per gli uomini, le donne e i bambini che transitano nella Casa del Nespolo: è la memoria storica del luogo, colei alla quale si è magicamente condotti nel momento esatto in cui si ha bisogno di comprendere se stessi e il proprio passato.

La signora Nobuko accoglie tutti e a tutti fornisce un qualche dono di verità che porterà di nuovo la gioia nelle famiglie che intrecciano le loro vite con le mura bianche della casa. Mihori e Yuzuru, che hanno acquistato la Casa del Nespolo per aprire un salone da parrucchiere; Takako e Yoshisaki, che superano i tradimenti per ritrovarsi in una nuova espressione del loro amore; Kanae e Yukari, amiche di scuola e adesso coinquiline per necessità; Tadakiyo e Chiyoko, la cui disperata ricerca di un figlio li porterà a un passo dal perdersi e, infine, Mahiro e Kenta con il loro rapporto violento.

Ma una casa può essere responsabile della felicità di chi la abita? L’autrice lascia che a rispondere sia il piccolo Sōichi, protagonista dell’ultimo racconto:

«Una casa in fondo è solo un contenitore…» pensò a voce alta Sōichi, facendola sussultare. Si girò verso di lui e vide che si stava guardando le ginocchia. Le sue ginocchia scurite dal sole, perfettamente allineate.

«I grandi sono fissati con la casa, non parlano d’altro. Che cosa c’è di così speciale in una casa?».

Sonoko Makida, il cui romanzo precedente, Il canto della balena è divenuto un bestseller, con uno stile chiaro, delicato e lineare, e con una voce sempre priva di giudizio riesce a toccare molti aspetti delle relazioni umane, lasciando sempre accesa la speranza che il bene prevalga sul male.

Un mio pensiero finale: a chi non piacerebbe avere Araki come vicina, fosse solo per gustare il suo ottimo dolce a base di gelatina di nespole o il suo magico infuso ottenuto dalle foglie dell’albero?

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