Recensione: “La casa del Melograno” – Storia di una famiglia fiorentina
Non esiste un protagonista in particolare nell’appassionante romanzo La casa del Melograno di Simona Bertocchi, edito da Giovane Holden Edizioni.
In una Firenze alla soglia del risorgimento, la famiglia Martini, che possiede una prestigiosa industria di tessuti, tesse: fili, relazioni, amori, collegamenti con magnifiche città italiane nelle quali si respira, a differenza del granducato di Toscana, grande fermento politico.
Il romanzo è dinamico nel dipanarsi delle vicende familiari, che originano da Rodolfo e Fedora.
Quest’ultima è colei che al centro del cortile della sua casa pianta il bene augurante melograno, che costituirà il fulcro da cui si dipanerà la matassa della vita della famiglia Martini e di tutti i discendenti.
Sulla tela è presente anche la narrazione accurata di un periodo storico che non funge da sfondo, ma da elemento propulsivo delle vite di tutti i protagonisti della vicenda, che come scrivevo all’inizio, coralmente e ciascuno con la sua rilevanza determinano i vari colori della grande tela.
I colori più accesi riguardano le donne, a cui Simona Bertocchi regala, oltre che un ruolo materno e cementante all’interno della famiglia, anche una acuta vivacità culturale e imprenditoriale.
Un gruppo di donne intraprendenti della famiglia infatti, creerà una linea di lingerie, decisamente scandalosa per i costumi dell’epoca.
Nonostante questo riscatto donato alla figura femminile, il romanzo della Bertocchi non è pervaso di femminismo ideologico.
Le donne ampliano le loro qualità e le loro virtù agendo le loro capacità e questo aspetto rende il romanzo incredibilmente privo di ogni asperità.
Non c’è sfida tra maschi e femmine nel racconto, c’è solo la dolcezza della condivisione.
Coloro che si amano nel romanzo, sono posti su un piano paritario e straordinariamente moderno.
Straordinario è anche il modo in cui la Bertocchi descrive l’anima di città come Napoli, Torino, Parigi e lì ambienta parti del racconto ben contestualizzate storicamente.
Il lettore si lascia trasportare in questa caleidoscopica tessitura e si affeziona facilmente a tutti i personaggi, anche i più controversi e ci si identifica, soprattutto perché il concetto di famiglia si esprime nella sua accezione più bella.
Come in tutte le famiglie, anche in quella Martini si va lontano solo se si è forti di una certezza a cui tornare.
Il racconto comincia infatti intorno a una pianta di melograno e intorno al melograno si conclude, quasi quest’ultima costituisca il bandolo della matassa a cui poter tornare.
Sono l’autrice del romanzo La Casa del melograno.
Desidero ringraziarla per questa recenisone così ben costruita , che sa cogliere tra le righe e analizzain uno stile semplice ma ricco di pathos.
Grazie.