Recensione: “Invece che uno”, un’anima divisa in due
Due , invece che uno perché “la vostra non è una semplice frattura, inutile indagare le cause. Sin dall’utero di vostra madre eravate un’anima divisa in due. Non potrai mai più tornare integro. Lascialo andare….”
Questo è INVECE CHE UNO di Federico Muzzu (Arkadia Editore).
Dionigi e Lorenzo sono due gemelli tanto identici nell’aspetto fisico quanto diversi caratterialmente [… due gemelli perfettamente identici. In quel momento erano completamente diversi, polarizzati. Uno era più controllato, carezzava e cercava di confortare l’altro che era terrorizzato, in frantumi], provati dal loro passato di unici superstiti di un padre uxoricida che avrebbe sicuramente ucciso anche loro se non fossero riusciti ad uscire di soppiatto dall’appartamento [ …. non stette a rifletterci: appena lei smise di muoversi, l’uomo si precipitò nella camera dei bambini, senza accorgersi che la porta d’ingresso era socchiusa. Non li trovò, ma la furia incontenibile non volle saperne di aspettare. Aveva troppa fretta. Si ritorse contro di lui e finalmente ebbe pace].
Il romanzo ha inizio con la scomparsa dei gemelli, ormai diciottenni, in seguito ad un’accesa lite tra i due.
La narrazione si svolge su due livelli temporali diversi: l’immediato presente ed i continui feedback alle ore precedenti la scomparsa fino ad arrivare all’epilogo; il tutto con un’analisi introspettiva della realtà in cui si trovano a vivere i giovani al giorno d’oggi, compreso l’utilizzo dei Social Network [ Il gruppo Facebook si chiamava AIUTATECI A TROVARE NISO E REZ. Nell’arco di un solo giorno dalla sua creazione contava qualche centinaio di membri (…) le due amministratrici misero diverse restrizioni per regolarne l’accesso, ma i contenuti spam iniziarono a proliferare ugualmente come batteri].
Tutti i personaggi coinvolti nella vicenda svelano il loro “io interiore”, il loro approccio con il mondo che li circonda e la loro sessualità attraverso i propri pensieri, guardandosi dentro.
E così conosciamo Consuelo, l’amica segretamente innamorata [ Consuelo si meravigliava di fronte a un mistero in particolare: l’impossibilità di quantificare le cause e gli effetti degli avvenimenti quotidiani, anche i più piccoli. Soprattutto in un’età come quella (…) Era possibile scatenare effetti nella vita degli altri semplicemente esistendo (…) Era un codice indecifrabile, iscritto nell’universo stesso, un dogma che la commuoveva e la terrorizzava ogni giorno. Per questo non era mai riuscita ad agire (…) Il bacio puro di Dionigi, la sua voce, tutto si ingigantiva nella sua testa e acquistava significato. C’era il rischio di restare schiacciata.]; Agata, la fidanzata di Dionigi [ Anche lei era cambiata. Era mutato il modo in cui lo guardava. Si era insinuata in lei la sorpresa inaspettata, l’anomalia, quella sensazione al petto che era un dolce soffocare. Aveva un sospetto: il suo inconscio aveva architettato quella trappola per farle sentire qualcosa di autentico.]; Raffaele, il compagno di scuola schizofrenico [ Raffaele l’avrebbe atteso guardando attraverso le barriere, quelle di vetro e quelle della sua mente (…) Ogni sera mi chino, ogni sera l’altro ragazzo emerge dall’ombra del riflesso, mi osserva, ci osserviamo, consapevoli che infrangere il confine ci cambierebbe per sempre nella carne e oltre la carne]; Andrea, l’educatore che si occupa del caso di Raffaele [ Aveva la sua verità personale, ma era impossibile sottrarsi alla verità degli altri. Troppe parti si contendevano il titolo di verità assoluta. (…) Qualsiasi strada imboccasse, per quanto tortuosa, alla fine conduceva sempre a quel conflitto. Tra l’essere e il dover essere. Un ciclo sempre uguale a se stesso]; Pierpaolo, psicologo della scuola e nuovo compagno della madre di Agata [ Pierpaolo, pur ammettendo di averla sottovalutata, aveva continuato a farlo fino alla fine, tanto che la sua più grande paura – la paternità – era venuta a galla non dalla sua coscienza, ma dalla bocca di Agata. Era giunto al traguardo e allo stesso tempo aveva fallito. Di nuovo]; Dionigi/Niso, il gemello introverso [ … a un osservatore esterno sarebbe sembrato in meditazione, ma dentro Dionigi c’era la guerra. Urlava in silenzio, intenzionato a vincere contro se stesso. Non aveva mai provato quel tipo di sconforto. Si sentiva paralizzato, prigioniero del proprio corpo (…) fece finta di non esistere, nello stesso modo in cui un animale finge di essere morto in presenza di un pericolo.]; Lorenzo/Rez, il gemello estroverso [ Lorenzo non aveva avuto mai un obiettivo preciso, doveva ammetterlo. Le cose accadevano e basta. (…) Quella domenica qualsiasi fu atroce, così come lo era stata la notte precedente (…) possedeva ben pochi ricordi chiari quanto quello: era forse l’unica volta in cui era riuscito a consolare suo fratello. Sarebbe stato capace di farlo di nuovo?].
Leggendo il romanzo ci troviamo difronte ad un’abile analisi introspettiva della vita dei personaggi, ognuno a suo modo “protagonista” della storia perché ognuno, adolescente o adulto, ha contribuito con i propri pensieri, i propri desideri, le proprie debolezze ed azioni ad arrivare all’epilogo e alla “differenza tra chi è di passaggio e chi resta”.