Recensione: “In viaggio” – What’s your position?
In viaggio
di Gianfranco Rosi
Documentario
Italia 2022, 80 min
Festival: 2022, Mostra del Cinema di Venezia
Interprete di quel concetto di cattedra itinerante che fu caro a Giovanni Paolo II, Papa Francesco nei suoi nove anni di pontificato ha compiuto 37 viaggi, visitando 53 paesi in Europa, America, Asia e Africa, partendo da Lampedusa, avamposto d’Europa e costa agognata per chi fugge da guerra, sfruttamento, miseria e malattia, al Canada.
Viaggi in cui il Papa che viene “dalla fine del mondo”, come ebbe a dire appena eletto, alla folla di piazza San Pietro, non si è mai risparmiato per richiamare l’attenzione mondiale sulle grandi questioni dell’oggi: ambiente, solidarietà, migranti, attenzione agli ultimi e agli “scarti” della società, perdono per la Chiesa che ha insabbiato i casi di pedofilia o si è resa complice di casi di “normalizzazione” della società, strappando i bambini alle loro famiglie, come con i nativi d’America e del Canada.
Il regista Gianfranco Rosi, Leone d’oro nel 2013 con Sacro GRA e Orso d’oro nel 2016 per Fuocoammare, esce in questi giorni nelle sale italiane con In viaggio, un documentario sulle missioni di Francesco, ripercorse in ordine cronologico: dal 2014, Messico e Israele, allo scorso luglio, Canada, passando per Filippine, Repubblica Centrafricana, Cuba e Stati Uniti , Giappone e Iraq.
Un certosino lavoro di montaggio che ha riguardato 800 ore di girato messe a diposizione dagli Archivi Vaticani, costringendo il regista nato ad Asmara, a trovare la libertà espressiva e la potenza del racconto non in inquadrature e riprese scelte e girate da lui, ma soltanto nell’alternarsi di immagini d’archivio, frammenti dei suoi film e riprese degli ultimi due viaggi a Malta e in Canada, seguiti in prima persona, ma insieme a centinaia di altri cameramen e giornalisti accreditati, in spazi ristretti e rigidamente fissati dai protocolli di sicurezza, come ha avuto modo di raccontare Rosi nella prima torinese di venerdì scorso.
Un film che nulla concede alla sceneggiatura autorale, perché “non una riga di testo a commento delle immagini è stata scritta”, ha detto Rosi rispondendo a una domanda. Reali, quindi, le invocazioni dei migranti che stanno naufragando nel mare di Lampedusa, la ripetuta richiesta dei soccorritori di dare la posizione della barca, quella frase What’s your position, ”qual è la vostra posizione”, ripreso da Fuocoammare, che ti si ficca nella testa come un chiodo, le scuse dal Papa alle vittime della pedofilia, le invocazioni accorate contro lo spreco di risorse e contro le disuguaglianze che aumentano, e infine la visione profetica della guerra in Dombass.
Un film che non reca messaggi, ma domande e che nonostante la forza delle immagini va ascoltato ancor prima che visto. Un documentario che restituisce l’immagine dell’umanità di Francesco fortemente intrisa di una spiritualità che vede nella miseria e nella sopraffazione del forte sul debole e del fratello sul fratello, il massimo peccato e il Vicario di Cristo in terra che lotta contro la globalizzazione dell’indifferenza.
Delle tante immagini forti, due ci hanno particolarmente colpito: il Papa, ripreso di spalle con la mantella bianca che svolazza mentre la papamobile corre in una delle periferie del mondo, fendendo la folla, e le ali dell’aereo papale, che ritornano più volte a dare l’idea della velocità, del tempo che passa in fretta e di un missionario che sente il baratro sempre più vicino.
In viaggio, non è un film di speranza, ma neppure un capitolo chiuso, è una storia per immagini ancora aperta, perché Gianfranco Rosi, con il suo sguardo laico, come tiene a precisare, continuerà a seguire il Papa nei suoi viaggi. In viaggio è una preghiera laica che si condensa nell’esortazione di Francesco a “non avere paura di sognare”.
Un film da vedere assolutamente, affrettandosi, prima che la logica del botteghino rischi di toglierlo dalla programmazione delle sale, non fosse altro che per fare chiarezza dentro di noi, rispondendo alla domanda What’s your position?