Recensione: Il sistema dell’educazione diffusa - l'insegnamento induttivo Recensione: Il sistema dell’educazione diffusa - l'insegnamento induttivo

Recensione: Il sistema dell’educazione diffusa – l’insegnamento induttivo

Recensione: Il sistema dell’educazione diffusa - l'insegnamento induttivo Recensione: Il sistema dell’educazione diffusa - l'insegnamento induttivoIl sistema dell’educazione diffusa
di Paolo Mottana
Dissensi Editore

“La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere” è la frase del filosofo greco Plutarco che riecheggia con forza nel libro di Paolo Mottana, intitolato “Il sistema di educazione diffusa”.
Anche se non viene mai espressamente citato, questo pensiero di un uomo vissuto 2 millenni fa, viene colto dal lettore, che sia un docente e quindi implicato direttamente nel processo educativo, oppure un semplice individuo a cui stia a cuore il futuro dell’umanità.

L’autore prende in esame l’attuale sistema educativo e spiega perché si debba procedere a una riforma radicale, attuando una vera e propria “rivoluzione”, sia nel calendario dell’anno scolastico che nel modo di approcciarsi ai discenti, con lo scopo di cercare “di sacrificare il meno possibile la libera espressione di ciascuno nella sua singolarità”.

Paolo Mottana suggerisce, dopo l’educazione dell’infanzia, una scansione in 3 cicli: biennio del gioco (per i più piccoli), un quinquennio della scoperta, uno dell’esplorazione e un biennio finale dell’affinamento o della differenziazione. Auspica inoltre l’abolizione dello spazio scolastico convenzionale, favorendo momenti di esperienza trasversale e mista. Le attività, infatti, secondo l’autore, devono essere in prevalenza di tipo esperienziale, coinvolgendo “testa, corpo, cuore” e scegliendo quelle adatte a suscitare interesse, entusiasmo e passione negli alunni, motivati dal piacere e non dall’imposizione.

Caratteristica fondamentale dell’educazione diffusa, dove saranno aboliti i compiti a casa nonché gli esami e le valutazioni tradizionali, sarà quindi quella di “agganciare l’apprendimento teorico all’esperienza pratica in forma induttiva”. Ciò non vuol dire che vengano soppresse le discipline scolastiche tradizionali, ma che vengano somministrate “secondo l’interesse e la motivazione”, passando da una logica deduttiva a una logica induttiva.
Nell’ultimo capitolo l’autore afferma che “L’educazione diffusa non vuole essere un sistema rigido” e che pertanto i suoi sono dei suggerimenti, aggiungendo che sarebbe “paradossale” pensare il contrario.

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