Recensione: "Il senso di Hitler" - L'irresistibile fascinazione del male che resiste al tempo e alla storia Recensione: "Il senso di Hitler" - L'irresistibile fascinazione del male che resiste al tempo e alla storia

Recensione: “Il senso di Hitler” – L’irresistibile fascinazione del male che resiste al tempo e alla storia

Recensione: "Il senso di Hitler" - L'irresistibile fascinazione del male che resiste al tempo e alla storia Recensione: "Il senso di Hitler" - L'irresistibile fascinazione del male che resiste al tempo e alla storiaAdolf Hitler nasce nel XIX secolo, anno del Signore 1889 ed è forse il personaggio che maggiormente caratterizza il XX secolo, il “secolo breve”, prendendo in prestito la definizione di Hobsbawm.

Ciò che sorpende, però, è l’impronta che il Führer sta lasciando nel XXI secolo, quello contemporaneo. Il suo potere d’influenza è passato dai giornali alla radio, dalla televisione a TikTok. Questo rappresenta praticamente un unicum in un panorama caratterizzato, invece, da personaggi che subiscono inevitabilmente l’impolveramento della storia, cui Adolf sembra immune.

Proprio di questa immarcescibile fascinazione si occupa Il senso di Hitler, il film diretto da Petra Epperlein e Michael Tucker nelle sale italiane con Wanted Cinema dal 27 gennaio, Giorno della Memoria.

Il film prende le mosse da un libro mai uscito in Italia, The Meaning of Hitler di Sebastian Haffner (1978), mai uscito in Italia e volto a smantellare i miti e le idee comuni su Hitler e la sua ascesa al potere. E proprio un libro tiene in mano la voce narrante nella scena iniziale: si tratta di On Tyranny: Twenty Lessons from the Twentieth Century di Timothy Snyder, per poi passare a Come muoiono le democrazie (How Democracies Die) di Daniel Ziblatt e Steven Levitsky e finire al classico 1984 di George Orwell. Si prosegue poi con Le origini del totalitarismo (The Origins of Totalitarianism)  di Hannah Arendt e persino Male Fantasies – Volume 1 di Klaus Theweleit, un’analisi della donna nell’immaginario collettivo del fascista/nazista. Dimostrazione plastica del lavoro di ricerca che è alla base del lungometraggio della coppia di registi.

Il senso di Hitler è diviso in capitoli, proprio come l’omonimo libro, a mimarne la forma per raggiungerne la sostanza. Critici e storici rispondono a una domanda fortemente attuale: Hitler continuerà ad essere sempre più influente per le nuove generazioni?

Girato in nove Paesi, il docu-film ripercorre i movimenti di Hitler, la sua ascesa al potere e le scene dei suoi crimini dal punto di vista di storici e scrittori che esaminano l’impatto che ha avuto e che continua ad avere oggi l’ideologia violenta di Hitler sulla società. Il documentario, analizzando diversi aspetti, esplora i vari modi in cui la tossicità di Hitler ha continuato a diffondersi dopo la sua morte attraverso le pagine di storia, i social media, il cinema, l’arte e la politica contemporanea.

La tesi del film, attraverso le voci dei protagonisti, è che non si potrà superare l’era dei totalitarismi finché non saremo capaci di eradicarne l’immagine, il mito, quella seduzione latente che fa sì che qualcuno (in verità più di qualcuno) possa tuttora guardare a quel periodo con una immotivata nostalgia, non avendone peraltro vissuti gli eventi, o addirittura elaborandone sconclusionate teorie composte di complottismo, radicalismo, razzismo e sessismo. Un cocktail micidiale.

Attraverso materiale storico e contemporaneo, unito a sapienti interviste condotte con una convincente e spietata linearità, Il senso di Hitler è capace di accompagnarci sull’onda della comprensione di questo fenomeno che rende la figura del dittatore ancora attuale, comunicandoci il senso di gravità e di urgenza che l’allarme-radicalizzazione richiede.

Il film è impreziosito da interviste e testimonianze tra cui quelle della scrittrice Deborah Lipstadt, dello storico britannico Sir Richard J. Evans, dell’autore di romanzi sull’Olocausto Martin Amis, dello storico israeliano Saul Friedlander, dello storico e studioso dell’Olocausto Yehuda Bauer e degli attivisti e “cacciatori nazisti” Beate e Serge Klarsfeld.

Per conoscere l’elenco delle sale nelle quali è programmato il film, basta consultare il sito http://wantedcinema.eu/movies/il-senso-di-hitler/

 

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