Recensione: Il puma – archetipo della libertà
Il puma, romanzo di Jean Stafford tradotto per Adelphi da Monica Pareschi, pur essendo datato 1947, ha una modernità che lo rende uno di quei libri senza tempo.
La storia è quella di Ralph e Molly, due fratelli cagionevoli in salute, simbiontici e ribelli, che si dividono tra la casa di Los Angeles e il ranch del nonno in Colorado.
Oppositivi rispetto all’educazione materna e al ménage familiare che si compone di altre due affettate sorelle maggiori, cominciano a preferire di vivere la vita essenziale con i cowboys.
Questo cambiamento differenzierà però, il loro percorso di crescita fino a un epilogo tragico legato alla caccia a un puma selvatico e sfuggente.
Poche volte mi è capitato di leggere un romanzo così perfettamente focalizzato sugli aspetti morbosi dell’adolescenza.
Il puma è un romanzo sull’avidità tipica di quella fase della vita, sul sentimento di onnipotenza; un romanzo sulla rottura.
Siamo abituati a una narrazione fiabesca dell’adolescenza, in cui l’unica ambizione dei giovani è la libertà dalle convenzioni e la fretta di appartenere al mondo adulto.
Intanto qui sono presenti entrambi gli aspetti perché per le due sorelle dei ragazzi, quelle perfette, l’ambizione è meramente ordinaria, essa riguarda solo il desiderio di aderire totalmente alle convenzioni sociali degli adulti.
Ma cosa accade quando i giovani, cosa che accade molto più spesso, non si riconoscono nel mondo che gli adulti hanno immaginato per loro, quando non riescono a immaginarselo un futuro e una precisa identità a cui ambire?
E le pulsioni sessuali? Nessun romanzo ha mai esaminato in maniera così cruda la confusione che anima gli impulsi degli adolescenti prima che si definiscano in qualche modo sessualmente.
La confusione incestuosa di Molly ne è l’esempio più lampante.
La mancanza di una guida, di un riferimento solido lascia i due quasi giovani allo sbando, prigionieri della loro devastante incertezza sia sulle basi su cui poggiano, sia sul futuro a cui ambire, determinando il loro naufragio.
Il puma misterioso e sfuggente rispecchia proprio il miraggio di una libertà che viene castrata dal mondo adulto che ruba la scena ai due giovani e non crea un terreno favorevole per loro, mai compresi e mai accolti e mai indirizzati emotivamente davvero in nessun luogo.