Recensione: “Il narcisismo non esiste se non sai come riconoscerlo” – Capire e distingure
“Il narcisismo non esiste se non sai come riconoscerlo”, di Gerry Grassi, edito da EPC editore, è un saggio di psicologia divulgativa.
L’autore compie nel libro un percorso che ha un obiettivo preciso e cioè spiegare ai non addetti ai lavori, il concetto di narcisismo, termine fin troppo abusato nel lessico comune odierno.
Grassi utilizza un linguaggio semplice, descrivendo il proprio percorso professionale e empatizzando con il lettore, raccontando di quando e come sia nata l’idea del libro e quali suggestioni ne abbiano evocato la stesura, instaurando dunque un clima di initimità che ricorda un rapporto paziente/terapeuta.
Approfondendo quando necessario il concetto tema del libro e descrivendolo come un disturbo di relazione piuttosto che mentale, illustrando concetti di base della psicologia, spunti antropolgici e contesti storici, l’autore ci conduce verso un nuovo punto di vista, globale, che pone il termine “narcisismo” in una complessa visione.
Questa complessità del termine rende sommarie tutte le nostre affermazioni che si basano su proiezioni o giudizi circa i comportamenti altrui che ci feriscono e rivedono nella forma e nei contenuti il concetto di narcisismo, che spesso utilizziamo in accezione di condanna: una sentenza irrevocabile.
Grassi ci conduce, anche raccontando di sedute terapeutiche, a una visione più umana e meno giudicante e che contempli anche la nostra assunzione di responsabilità o comunque una riflessione circa i termini della relazione che ha scatenato un nostro così grave giudizio, invitandoci alla conoscenza della questione e alla discriminazione giudiziosa tra un disturbo presente nel manuale DSM, tra l’altro raro, e un disturbo di relazione.
Fondamentale è anche il fatto che ci venga mostrata la differenza tra un narcisismo sano e funzionale e un narcisismo patologico.
Uno dei capitoli inizia con questo incipit che mi ha commossa:
“Ti piace saltare paludi saltando sui sassi e a ogni tuo passo affonda una pietra, lasci cadaveri per strada senza neanche accorgertene”.
Quel “senza neanche accorgertene” dovrebbe muoverci a compassione per chi è talmente disconnesso dal proprio sé dal non saper “stare” nelle relazioni e finanche nella propria vita.
Grassi ci racconta di terapie riuscite e di terapie fallite.
Riconoscersi, vedersi e non guardare solo all’altro e alle sue mancanze ci può condurre con fiducia nella schiera di coloro che si danno la possibilità di “stare” nelle relazioni e scelgono la direzione della propria vita relazionale.
Grassi con il suo testo ci fa intravedere, con amore terapeutico, la possibilità che chiunque di noi possa giungere alla consapevolezza ed eliminare qualsivoglia tipo di giudizio nei confronti di se stessi prima che degli altri.